Di giorno è quasi anonima: rischia di passare inosservata, per meglio sbirciarci dalle finestre socchiuse dei suoi palazzi malandati, che sogghignano dall’alto agli affaticati turisti, tra la puntata di una telenovela ed l’ultima edizione di un tg. Nascosta tra le opere di santi e artisti, come si chiama davvero questa piazza non so: si accontenta dell’appellativo di “Largo”, prendendo il prestito il nome dal Kestè[1]. La sua anima si perde (o si ritrova) tra musica, bancarelle e artisti di strada, che la rendono viva alla luce dei lampioni.
Si passeggia, nella notte, inciampando in un obelisco, perdendosi nel bugnato della Chiesa del Gesù, lasciandosi rischiarare dai riflessi argentei sognanti del Monastero di santa Chiara. Pochi metri più in là la luce brilla nella vetrina di Gay-Odin, storica gelateria napoletana (aperta fino alle 23.45 nel weekend). Cioccolato al rhum, alla scorzetta d’arancia, alle fave di cacao, frutti di bosco e zenzero, yoghurt con albicocche e noci, mandorle tostate e caramello, crema di casa, latte zucchero e cannella, cremino, ricotta e pere…La nostra fontanella di fiducia dopo una cialda da tre gusti, più panna.
Dopo il nostro peccato di gola quotidiano, ci si lascia guidare dalla musica, o si segue il filo di Arianna dei tanti colorati, irriverenti, enigmatici murales seminascosti agli angoli delle strade. Caffè letterari, friggitorie veraci, baretti informali: perdersi tra i vicoli, per arrivare, finalmente, alla meta… La musica di Piazza Bellini ci cullerà per un po’, lasciando spazio prima ai pensieri, poi a confidenze notturne (al buio, si sa, aprire il cuore è più semplice…), infine ci prenderà per mano, sussurrandoci, a bassa voce: “Ora è tardi, torna a casa: i tuoi sogni ti aspettano…”
[1]Kestè, Art Bar, Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, 4 - Napoli