L'alimentazione sostenibile è una necessità umana, di tutta l'umanità. Ne va innanzitutto della salute. Il cibo, però, segna ancora uno dei più grandi divari sociali ed economici, dell'umanità. Se un tempo si poneva la questione dell'accessibilità al cibo, oggi si pone la questione dell'accessibilità al cibo naturale. E' una questione di finezze. Se un tempo ai poveri erano riservati i resti del banchetto dei ricchi (chiamateli pure rifiuti), oggi ai poveri (che non sono più gli straccioni mentecatti di un tempo) è riservato il cibo spazzatura, prodotto ad hoc dai ricchi (leggasi multinazionali e affini), per i poveri. Ai ricchi cibo ricercato, possibilmente biologico, ai poveri spazzatura a base di grassi idrogenati e grassi animali (di animali allevati a forza di antibiotici e pastoni). Finezze, appunto. Qui
E con la crisi che impera da anni e chi sa per quanto tempo ancora ce la porteremo dietro, il cibo naturale è diventato un fatto d'élite, oltre che di moda. Una moda per ricchi, fatta da ricchi, che consumano cibo sostenibile, naturale, biologico, a km zero e con prezzi a più zeri. Il che non è del tutto sostenibile, ma fa figo.
Accade, ad esempio, con i pomodori "Regina" e con i cocomeri Barattieri, tipici ed esclusivi prodotti fasanesi. I primi ormai di moda, anche fuori dalle mura locali, raggiungono una quotazione talvolta doppia rispetto al più commerciale "Cigliegino" tirato su con ormoni. I secondi, più costosi della più popolare anguria.
Ecco cosa ne pensa l'amico Valentino Colapinto che su FB commenta l'inaugurazione di Eatily a Bari, il 30 luglio, presso la Fiera del Levante, per mano di Slow Food. Qui
"MANGIAMO STRANO?
Il cibo biologico fa bene, Slow Food che meraviglia, il 30 luglio apre pure Eataly a Bari... Peccato che i prezzi di questo "mangiar sano, mangiar figo" siano così esosi da risultare inarrivabili per buona parte degli italiani, soprattutto di questi tempi.
Ma ai radical chic della gastronomia piace così: vogliono "mangiare strano" per distinguersi dal vile volgo. E allora vai col lardo di colonnata, il tartufo a 24 carati, le robiole pregiate, il violino di capra...
Chiamatelo pure food divide. Fa più figo".