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>>Diversificazione dell’offerta politica

Creato il 19 novembre 2013 da Felice Monda

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Un po di tempo fa si assisteva alla nascita di Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni e Guido Crosetto.

Da sabato vediamo il vecchio PDL diviso in Forza Italia e Nuovo Centrodestra. Il quadro politico italiano è sempre più frammentato: pensiamo anche alla frattura in Scelta Civica tra montaniani e popolari.

Per quanto riguarda la frattura avutasi nel centrodestra si può pensare a una diversificazione dell’offerta politica per attrarre più elettori: una sorta di opera di marketing politico.

Spacchettare, dividere, diversificare per aumentare i consensi e nello stesso tempo cercare sia di attrarre i “delusi del PDL” sia i “delusi del M5S” sia tanti elettori che non vanno più a votare.

Una frammentazione dell’offerta politica che porta sempre più ad un pluralismo tipicamente postmoderno e postideologico: una frammentazione politica che significa anche crisi della classe politica tutta lontana anni luce dalle esigenze del paese reale, frammentazione politica che significa crisi della rappresentanza democratica, sintomo di una condizione di postdemocrazia che dura già da tempo, condizione in cui gli elettori sembrano che vadano a votare “per niente” e condizione in cui il discorso politico sembra svuotato del suo valore intrinseco.

Lo spacchettamento del centrodestra fa anche pensare che da tempo si sta assistendo alla lotta per la successione di Berlusconi: fase alquanto convulsa, confusa e ricca di colpi di scena, una successione fatta di divisioni, scissioni, liti tra “vecchi amici”, parricidio, tradimento e tanto altro ancora.

Il ventennio berlusconiano sta finendo o almeno sta attraversando un’altra fase, una fase di cambiamento o di transizione dipende dai punti di vista: potrebbe essere anche vista come una fase di innovazione anche se a molti sembra che di innovazione ce ne sia ben poca perchè molte “vecchie facce” sono sempre lì ad arricchire il “parco zoologico” dei dinosauri della politica.

Un ventennio berlusconiano che sta attraversando una crisi profonda dovuta soprattutto al fatto che la personalizzazione politica, una volta venuta meno una forte leadership come quella di Berlusconi, porta ad una crisi inevitabile di una coalizione “stretta” sempre intorno al suo padre-padrone.


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