Di pari passo al calo dei matrimoni, crescono i divorzi in Italia, con ben 50mila all’anno. E mentre le separazioni nel 2013 hanno sfiorato le 90mila, è boom di richieste per il divorzio “breve”. Per questo il Parlamento si è attivato per semplificare l’iter legislativo e burocratico, ma anche la vita alle coppie che scoppiano, approvando, più di un mese fa, il disegno di legge sul divorzio facile.
Questo consente alle coppie che non hanno figli e patrimoni da dividere, di porre fine alla loro unione compilando un modulo e registrando la separazione nel proprio comune di residenza. Qualche problema in più può presentarsi per quelli che non hanno i requisiti giusti. Ma quali sono? Le coppie con figli minori o under 26 non economicamente autosufficienti e quelle che hanno divergenze patrimoniali, non potranno usufruire di questa possibilità.
Ma quanto tempo correrà dal ricorso alla separazione di diritto? Ci vorranno circa 12 mesi per i divorzi che vengono celebrati in sede di giudizio, mentre accorcia a 6 mesi quelli che verranno effettuati con una separazione consensuale, sempre se in presenza dei requisiti elencati. Sul fronte economico, invece, la comunione dei beni tra marito e moglie verrà meno nel momento esatto in cui il giudice concede l’autorizzazione ai due coniugi a vivere separatamente. Così l’ordinanza con la quale i coniugi sono autorizzati a vivere separati viene comunicata all’ufficiale di stato civile ai fini dell’annotazione dello scioglimento della comunione.
Quando sarà approvato il divorzio “breve”, anche in Senato, arriverà la vera svolta, con l’accorciamento dei tempi di attesa tra separazione e divorzio. Una semplificazione significativa per le coppie italiane che coppie già non sono più.