documentario e un classico (al Lumière)

Creato il 24 aprile 2010 da Eratostene
Mercoledì, necessità di diluire la tristezza di una previsione con qualcos'altro: il documentario La faccia della terra (Italia-USA 2009) di Gianfranco Firriolo. Non è un semplice back-stage dell'ultimo splendido album Da solo di Capossela, ma qualcosa di più. Parte come un documentario agiografico nella casa milanese del cantautore, impegnato a comporre la narrazione della propria voce over su una macchina da scrivere, per procedere nella ricerca e scoperta di alcuni degli strumenti più strani di cui l'album si sostanzia (come gli strumenti inconsistenti e il pianoforte Tallone sull'isola di San Giulio), per finire poi con tournée statunitense (geniale la versione folk della canzone popolare La rondinella, con coppie grassissime che balllano in quella che si direbbe una balera). Alle riflessioni di Capossela, si accompagnano abbozzi e stralci di canzoni (meravigliosa la versione di Piccoli soldati, con grande risalto al violoncello di Brunello), e soprattutto la genesi on the road del brano che dà il titolo al documentaro, tratto dai racconti Winesburg, Ohio di Sherwood Anderson. E poi l'incontro con Wonder e un minitour per la provincia americana (lunapark con fiera degli orrori) e i suoi motel. Si apre e si chiude, soavemente, con Sante Nicola. A seguire l'incontro con il regista (laconico), Paolo Nori, Alessandro Bergonzoni, Vinicio Capossela e il mago Wonder (con una sua breve esibizione, mentre Vinicio improvvisa al pianoforte su tema di Una giornata perfetta).
Ieri sera, Lo sceicco bianco (Italia 1952) di Federico Fellini, preceduto da una splendida lezione di Tatti Sanguineti sui tagli e rimaneggiamenti dello stesso Fellini, ad introdurre i materiali ritrovati(e proiettati in appendice). Storia drammatica ma in tono da sogno e comico, con la giovane sposa che senza accorgersene 'scappa' dal marito (e dai suoi onnipresenti zii) il primo gionro della luna di miele per inseguire il suo sceicco bianco (Alberto Sordi), che appare come in sogno su un'altissima altalena. Tragicomico nella scena del tentato suicidio della sposina, e nel marito consolato quella stessa notte da una prostituta giunonica (accompagnata dalla Masina nel ruolo di Cabiria, alla sua prima comparsa). Irriverente e attualissimo il rapporto di idolatria di un poersonaggio di provincia nei confronti di un divo dei fotoromanzi, un mondo di cartapesta che Fellini racconta divertito.

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