Documento politico Associazione Trans Genere

Da Transgenere

L’associazione Trans Genere, in questo ultimo periodo della propria esistenza ed attività, ha voluto e dovuto fermarsi per riflettere, per riguardare se stessa, la congruenza del proprio scopo e della propria attività, ritenendo che fosse necessario e doveroso questo momento di riflessione e di analisi di fronte ad un mutato contesto storico in cui è andato in crisi profondamente tutto il sistema.

Di fronte a questo mutamento storico e di svolta storica, ci siamo chieste e chiesti se l’oggetto sociale, ovvero gli scopi e le finalità dell’associazione, così come il  modello associativo e la prassi che si stava attuando, fosse ancora idoneo e fosse ancora centrato in relazione al contesto storico nel quale stiamo vivendo. In altre parole, se era giunto il momento di dare anche noi una svolta capace di interpretare questi nuovi tempi, oppure se era il tempo di arroccarsi in una configurazione ed una affermazione di un messaggio ed un modello che rimanesse chiusa al nuovo che si presenta.

Indubbiamente ci possono essere diverse valutazioni su cosa sia questo “nuovo”, se sia accettabile o inaccettabile, giusto o ingiusto, ma a prescindere dalle valutazioni, che appartengono ad una fase successiva, quello che l’associazione ha voluto affrontare in modo radicale e analitico è che di fronte a questo “nuovo scenario” che si impone nella società italiana, come in tutto il mondo, si doveva prende atto di quanto sta accadendo e quindi rivedere e rivalutare il tutto nella prospettiva di poter essere propositive e rivendicative efficacemente anche nel nuovo contesto.

Proprio da questo presupposto nasce e si sviluppa ciò che noi riteniamo sia il tentativo di una nuova formulazione della rivendicazione del diritto della persona, e come questo possa essere riproposto e riformulato solo attraverso una nuova modalità strutturale dell’associazionismo.

È per noi evidente che l’associazionismo, fino ad oggi, si è espresso sostanzialmente su due fondamentali filoni: l’associazionismo culturale/politico e l’associazionismo di supplenza sociale che spesso si è trasformato nella interpretazione particolare e tal volta discutibile del terzo settore, aprendo spesso a sperequazioni e a commistioni non chiare, non sempre allineate a quello che erano e sono gli scopi ed i fini di un certo associazionismo.

È altrettanto chiaro che la nostra disamina e proposta prende in visione quell’associazionismo e quelle attività che hanno come scopo l’affermazione e la rivendicazione del diritto della persona, l’idea di una società diversa nella quale ogni singolo abbia piena cittadinanza. Infatti noi siamo partite/i e partiamo dalla critica a noi stesse/i, dalla critica alla nostra modalità in relazione allo scopo e all’idea di società che abbiamo.

Ma questa idea di società che abbiamo perseguito fino ad oggi, è ancora confacente e aderente alla realtà? Si può ancora collocare come proposta? Se tale idea è ancora oggi proponibile e rivendicabile, ci dobbiamo chiedere se la modalità con cui la stiamo perseguendo e gli obbiettivi che ci stiamo ponendo siano effettivamente collocati e praticabili in questo contesto storico.

Il quadro storico, infatti, in questi ultimi 10 anni, è cambiato radicalmente! Il livello culturale, politico dell’intera società ha subito un regresso pari – se non maggiore – della recessione che stiamo vivendo a livello economico e sociale. Tutte le istanze costitutive del Diritto della persona hanno subito una contrazione significativa all’interno di una società, anestetizzata dall’urgente bisogno di far fronte alla quotidianità, che non ha avuto né l’attenzione né la forza di contrapporsi e reagire:

  • La recrudescenza della violenza sulle donne, sui bambini;
  • L’invasività di una prassi sessista e maschista;
  • La dequalificazione del lavoro e dell’economia reale a fronte di quella virtuale;
  • La riduzione del diritto nell’ambito del lavoro e gli attentati quotidiani alle conquiste storiche in nome di un non chiaro “rinnovamento”;
  • La devastazione totale del patto sociale fra cittadini e cittadine costitutivo dello Stato;
  • La negazione ad una corretta e onesta informazione;
  • La sudditanza sempre più marcata ad un sistema che non considera il “valore” della persona;

tutto questo, compresa una scarsa attenzione da parte della politica, in termini riassuntivi rappresenta lo stato di fatto nel quale noi, in quanto associazione, dobbiamo porci e dobbiamo rivendicare il nostro diritto di poterci porre in termini propositivi e costruttivi.

Il nostro primo atto politico è, quindi, quello dell’affermazione e la rivendicazione di poter essere parte attiva nel quadro politico, economico, sociale e culturale del nostro paese, svincolandoci da logiche settoriali o da catalogazioni che vogliono restringere la nostra possibilità e la nostra capacità di esprimere il nostro contributo. Siamo una libera associazione di persone che ritengono il diritto della persona elemento fondativo di ogni idea di società, di stato, e per tanto ci collochiamo al di fuori di logiche che vogliono vedere tale diritto come “merce” contrattuale o come questione da tavolo delle trattative. L’affermazione di tutte le istanze che determinano e costituiscono il diritto della persona non sono per noi elementi contrattuali, tanto meno accettiamo la definizione in uso attualmente che vuole costringere nell’ambito dell’opinabile le questioni inerenti al diritto, semmai con la definizione di “temi etici”! Il Diritto non è tema etico né sensibile né insensibile! Il Diritto è diritto, e riguarda il senso stesso dello Stato sociale, è la sostanza del patto costitutivo dello Stato, così come sancito nella Costituzione.

Il nostro secondo atto politico è l’affermazione che l’Associazione Trans Genere non si configura come una “associazione di categoria”. Con questo non si vuole affermare che noi non ci interesseremo più della questione relativa all’identità di genere. Come abbiamo precedentemente sottolineato, questa è sicuramente la nostra matrice ed il nostro fondamento, è il punto nodale che caratterizza la nostra sensibilità politica. Noi affermiamo che la questione dell’identità di genere rappresenta il punto sensibile dello stato di diritto nel quale noi viviamo, ma non è l’unico punto sensibile! Proprio per questo noi ci poniamo di fronte alla questione del Diritto della persona nel suo complesso di istanze vecchie e nuove, interpretandolo sulla base della nostra particolare sensibilità politica che trova la sua origine nel vissuto, nell’esperienza e nella prassi che ha trovato primariamente (ma non esclusivamente) luogo nell’ambito delle rivendicazioni dettata dalla identità di genere.

Il nostro terzo atto politico è la dichiarazione che la persona è soggetto politico ed in quanto tale deve essere compresa e riconosciuta nella sua interezza. Questo ci porta a non accettare più la frammentazione del Diritto in un coacervo indistinto e molteplice di “diritti”! La dignità di una persona è costituita dall’insieme di quelle istanze che compongono il suo diritto, ed ogni istanza è fondativa della dignità della singola persona così come di tutta la società! Nel quadro politico attuale non può – a nostro parere – più trovare luogo la rivendicazione di frammenti come se fossero diritti indipendenti dal diritto proprio di ogni persona. La Salute psico-fisica della persona, non è un diritto a sé, ma è costitutivo del diritto della persona che comprende (come dettato dalla Costituzione Italiana) l’istruzione, la protezione dalla indigenza e povertà, l’assistenza e la garanzia di una vita dignitosa, l’ambiente e la qualità della vita, la cultura nel suo complesso e nel suo patrimonio, il lavoro in quanto possibilità di contribuire alla crescita della società e di garantirsi la libertà di esprimere senza ricatti la propria dignità.

Il nostro quarto atto politico è la chiarificazione della nostra posizione in relazione alle altre associazioni e movimenti. Infatti l’Associazione Trans Genere è aperta ad ogni possibile sinergia e collaborazione su progetti specifici ed azioni che coincidano con la propria mission e impostazione politica che pone il proprio riferimento normativo nell’art. 3 della Costituzione Italiana. Per tanto l’associazione Trans Genere è aperta a proporre o ricevere proposte da parte di altre associazioni, movimenti, istituzioni ed altre espressioni facenti parte della realtà sociale nella quale viviamo.

Auspichiamo, per tanto, che la nostra posizione politica sia compresa e soprattutto condivisa. Spostare l’attenzione da un sacrosanto diritto personale a quello più generale dell’intera cittadinanza è un passo verso il completo riconoscimento di tutte quelle specifiche che compongono l’universo umano.

In questo noi crediamo … insieme.

Direttivo Associazione Trans Genere


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