La Juventus del Trap ci aveva già provato e in qualche modo c’era anche riuscita. La vittoria di Tokyo sull’Argentinos Jrs aveva reso i bianconeri contemporaneamente detentori della Coppa Intercontinentale, della Supercoppa Europea e della Coppa Campioni, ma l’enorme peso della tragedia dell’Heysel non si poteva scacciar via con un semplice dato statistico. La Coppa Campioni 1985 era stata alzata dopo una partita surreale, giocata per motivi di ordine pubblico e decisa da un fallo su Boniek fuori area trasformato in rigore forse perché i tifosi juventini avevano già perso ben altro quella sera. La Supercoppa era quella 1984, perché l’esclusione dalle coppe delle squadre inglesi aveva reso impossibile la sfida con l’Everton, vincitore della Coppa Coppe 1985. E poi tre mesi dopo la vittoria in Giappone i bianconeri erano stati eliminati nei quarti della Coppa Campioni 1986 dal Barcellona. La Juventus, se era salita sul tetto del mondo, ci era rimasta pochissimo.
Come nella finale di Roma il punteggio non rende giustizia alla mole di gioco espressa. La scampagnata in Supercoppa Europea a inizio 1997 invece lo fa. Al Parco dei Principi segnano un po’ tutti, Porrini, Ferrara e Lombardo compresi, e il Paris Saint Germain perde 6-1. Il ritorno, giocato eccezionalmente a Palermo perché è meglio giocare davanti a un pubblico festante che nel deserto del Delle Alpi, si chiude con un’altra vittoria, 3-1, griffata da una doppietta di Del Piero e da un gol del giovane Christian Vieri che si sta ritagliando spazio anche in virtù dell’assenza di Bokšić. Riparte la Champions e ad aprile arriva una spettacolare prova d’orchestra nella semifinale contro l’Ajax all’Amsterdam Arena: segnano Vieri e Amoruso, ma è solo 2-1. Al ritorno il 4-1 e un incontenibile Zidane ridanno il senso della differenza espressa in campo. Intanto un nuovo scudetto va in bacheca, mai veramente in discussione nonostante il Parma di Scala provi a resistere in scia fino all’ultimo. Si arriva alla finale di Champions, 28 maggio 1997, Olympiastadion di Monaco, avversario il Borussia Dortmund.
Da dodici mesi e sei giorni la Juventus è sul tetto del mondo, ma la discesa, anzi la Ri-caduta è a un passo.
federico