14 dicembre 2011 Lascia un commento
Per il marito Miho decise di uccidersi temendo di perderlo in una missione suicida durante la guerra e per lui impazzi, quando scopri’ che aveva un’amante.
"Che strana cosa e’ questa vita"
La verita’ e’ che l’amore e’ straziante, terribile eppure necessario come un abisso in cui precipitare per poi risalire in cima e per questo che l’amore non finisce ma si trasforma perche’ e’ un momento terribile da superare e del quale abbiamo bisogno per riconquistare il possesso della nostra vita, della sua quotidianita’ costruita sul dolore.
Sokurov adotta uno stile da racconto, taglio verticale in formato portrait perche’ e’ una storia che si sfoglia come un libro, sono immagini come insieme di ritratti dove la colonna sonora e’ il mare, la nebbia e’ di fondale e la luna e’ luce. Questi i suoni, i colori, le tinte dell’amore.
E ancora amore, amore di una madre che non sa smettere di essere figlia e confonde madre, con figlia e per lei vuole espiare le colpe di un destino avverso e immeritato, innocente ella e’ disposta ad addossarsi i mali degli infelici e strappa quel dolce dalla figlia e lo fa suo donandolo a Dio, il Padre onnipotente che solo puo’ capire, il suo amore di donna, una donna che si domanda se e’ abbastanza forte mentre vuole su se’ il dolore che Dio stesso non merita.
"Sicuramente nella vita ci saranno ancora Amore e gioia" e in questa ode a Dio, la sconfitta di chi non crede, la lezione a chi ritiene il proprio piccolo cuore tanto grande da comprendere ogni sentimento.
Pellicola emotivamente devastante per la quale serve forza per il solo ascoltare la voce come un soffio di questa donna, coraggio per guardare la sua immagine e l’umilta’ per accettare che tanto amore puo’ essere racchiuso in tanto dolore.
Ancora una volta Sokurov ci regala un’esperienza.