Di Paolo Levi
(Critico, perito d’arte, consulente per Mondadori, La Repubblica)
Con questo pittore del nuorese, finalmente si ricomincia a parlare di figurazione. Quella seria, in cui la realtà non può sfuggire dal suo destino o binario umano. Muntoni ama il paesaggio tipico della sua terra inquieta e malinconica, ma possiede anche la forza di rappresentare figure contadine. Egli è artista prettamente di scuola realista.
Tzia Maria
Sembra aver guardato a realismo sociale degli anni 50. I soggetti che egli ama riprendere sono quelli antichi dei sardi, contadini silenziosi, ricchi di orgoglio e di dignità. Sullo sfondo un campo, una casa. Sergio Muntoni è un pittore di sogni e di memorie, dove uomini, campagna, natura sono narrati con l’emozione del poeta, per cui ogni mattino rappresenta il primo giorno della creazione. Sergio Muntoni è pittore della propria terra, la Sardegna, aristocratica come sono aristocratici i suoi contadini, come gioiosi i suoi colori di mare e di terra. C’è da immaginare che egli prima di iniziare il lavoro sulla tavolozza, quello antico di mischiare i colori, prepari la tela con un disegno dalla scrittura sottile. Solo in seguito, Muntoni porta in luce opere come il porto di Arbatax oppure opere pittoriche di dolce realismo.