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Dolce Settembre: Festival, scrittori e…palestinesi d’Israele

Creato il 07 settembre 2012 da Chiarac @claire_com_
Dolce Settembre: Festival, scrittori e…palestinesi d’Israele

Carrara, 7-8-9 settembre

Non ho mai amato molto il mese di Settembre: forse perchè coincideva sempre con l’inizio della scuola e, successivamente, con la sessione di esami più detestabile di tutto l’anno accademico (e per alcuni anche la meno proficua). Ma quest’anno voglio ricredermi anche perchè questo settembre, a livello culturale-letterario, sembra più sprintoso e vivace che mai.

Al ben noto Festival della Letteratura di Mantova, l’8 settembre alle 9 interverrà lo scrittore algerino, ma da anni residente in Italia, Tahar Lamri nell’ambito de Le pagine della cultura.

La città di Carrara invece, dal 7 al 9 settembre ospita un bellissimo Festival (almeno stando al programma!) dal titolo: con_vivere. MEDITERRANEOpopolieculture. Nei 3 giorni di eventi culturali di tutti i tipi interverranno anche lo scrittore algerino Amara Lakhous, la blogger tunisina Leena Ben Mhenni, il giornalista libico Farid Adly, la giornalista italiana Francesca Caferri, autrice da ultimo de Il paradiso ai piedi delle donne e Khaled Fouad Allam, sociologo e politico algerino.

A fine settembre invece, come scrivevo ieri, si svolgerà il Festival della Letteratura Mediterranea, dove fra gli altri intererrà Maram al-Masri, poetessa siriana molto amato dal pubblico italiano.

Ho inserito tutti questi appuntamenti nel calendario qui.

Dolce Settembre: Festival, scrittori e…palestinesi d’IsraelePer quanto riguarda le novità in libreria* vi segnalo invece l’uscita, il 21 settembre, di un nuovo libro edito da Il Sirente nella nota collana altriarabi: Qui finisce la terra. Antologia di giovani scrittori arabi d’Israele (Ala Hlehel, Muhammad Ali Taha, Hisham Naffa‘, Suheir Abu Oksa Daoud, Raja’ Bakriyyah, Bashir Shalash), curato e tradotto da Isadora D’Aimmo.

L’antologia contiene i racconti di 6 giovani autori (4 uomini e 2 donne) ed intellettuali palestinesi d’Israele, che fanno parte di quel 20% di arabi-palestinesi, nati in terra palestinese che alla creazione dello Stato di Israele furono inglobati nel nuovo Stato.

Emile Habibi, forse ancora oggi il più famoso scrittore e intellettuale arabo d’Israle, autore de Il Pessottimista, si definì uno “straniero in patria”, ma preferì rimanere in Israele piuttosto che ingrossare la folta schiera dei palestinesi della diaspora che vagheggiavano di una Palestina “paradiso perduto”. Celebre è ancora oggi la sua frase a loro rivolta che ben rappresenta lo stato d’animo dello scrittore:

La mia patria? Io mi sento come un profugo in un paese straniero. Voi sognate il ritorno, e vivete di questo sogno, ma io, dove ritorno?

Per ritornare al libro, esso: “raccoglie le voci di quei giovani scrittori arabi le cui famiglie non hanno mai lasciato la loro patria, la Palestina, e sono diventate anagraficamente israeliane, vivendo quindi la lacerante condizione di chi non può dirsi esule perché tecnicamente mai andato via, ma è la sua patria, la Palestina a non esserci più, essendo subentrato nello stesso territorio lo Stato di Israele. Tuttavia la Palestina continua a vivere nelle storie personali e collettive della minoranza palestinese. E, infatti, i racconti di questi scrittori rappresentano delle voci originali che vanno ascoltate non soltanto per il loro valore letterario, ma anche per il messaggio che trasmettono a noi occidentali che ancora oggi, forse, abbiamo le idee confuse su quanto è veramente accaduto in quella parte del mondo arabo, nella Palestina, a partire dal 1948.

Le parole di questi autori fotografano la convivenza tra due popoli, ma anche le questioni sociali, come la disoccupazione e la marginalità, la condizione della donna araba nello spazio israeliano, il sesso, la religione, o politiche, come la nakbah e la naksa del ’67, il terrorismo e gli attacchi kamikaze palestinesi, i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, il muro, l’attivismo pacifista”.

Quasi tutti gli autori del racconti collaborano o hanno collaborato con il quotidiano al-Ittihad (L’Unità), a lungo diretto da Habibi.

Il libro è lungo 116 pagine e costa 10 euro. Sul sito della casa editrice vi è un link che rimanda ad una libreria elettronica dove è possibile acquistarlo in formato ebook, ma credo che ancora non sia pronto perchè ho fatto una ricerca e non l’ho trovato. Né, cari amici editori de Il Sirente, è possibile ingrandire l’immagine di copertina o avere l’anteprima di Google. Immagino che la pagina sia ancora in costruzione.

Per chi volesse saperne di più sulla letteratura arabo-palestinese d’Israele, potete invece leggere il saggio scritto dalla stessa curatrice dell’antologia e pubblicato nel 2009 da Carocci con il titolo Palestinesi in Israele. Tra identitá e cultura [di Isadora D’Aimmo, Carocci, Roma, 2009].

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* Qui invece trovate le altre novità che tra poco troveremo in libreria!


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