Mi chiamo Silva, quindi il mio è un nome adespota, come ad esempio Gloria o Mirna. Cioè non ho un Santo o un Beato sul calendario, quindi l’onomastico lo festeggio oggi, giorno di Ognissanti. Halloween.
Perciò: dolcetto o scherzetto?
Meglio senz’altro dolcetto, ma particolare perché questi sono anche giorni malinconici pieni di ricordi e di nostalgia per le care abitudini di famiglia mai abbandonate.
Questi sono i “sugoli”: un dolce dimenticato da molti e addirittura sconosciuto ai più, un’eredità di chi come noi ha la fortuna di vivere in una zona che produce vini pregiati, una ricetta di casa, che replico con amore infinito, destinata alla famiglia e a poche altre persone care al mio cuore.
Il modo di prepararli è semplice e un po’ démodé, in questi anni in cui dobbiamo sempre correre da qualche altra parte.
La difficoltà maggiore sta nel procurarsi il mosto, che deve essere appena spremuto e non aver ancora iniziato a fermentare.
In ogni litro di mosto, bisogna stemperare circa 4 cucchiai di farina e 2 di zucchero, portare a bollore e senza mai smettere di mescolare, cuocere per circa 20 minuti.
Poi si invasa a caldo nei vasetti sterilizzati ed è tutto qui.
Nel 1987 il mensile A tavola me l’aveva pubblicato come “Una ricetta da salvare”, questo dolce insolito e delicato, che continuo caparbiamente a preparare anno dopo anno al tempo della vendemmia.
Mi auguro che in alcune delle vostre Regioni la vendemmia sia veramente tardiva, altrimenti dovrete attendere fino all’anno prossimo per assaggiare i sugoli, di antica e cara memoria.
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