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Dolcetto o Scherzetto?

Creato il 30 ottobre 2015 da Ilikshopping

Si perdono nella notte dei tempi le origini di Halloween, con i bimbi in maschera che vanno di porta in porta e chiedono…Dolcetto o Scherzetto?

Alzi la mano chi sa che i vampiri contano soLo sino a sette (poi devono ricominciare). O che le streghe in origine erano bellissime. Eh sì, perché la notte di Halloween, quella a cavallo tra il 31 ottobre e il 1° novembre, non è mica solo Halloween, cioè bimbi in maschera che vanno in giro chiedendo «Dolcetto o scherzetto?» o feste di adulti con costumi horror. In realtà è un mondo complesso e misterioso,fatto di storie, leggende, tradizioni, usanze, miti e rituali una volta comuni e che oggi è ancora bello sentire raccontare. Venite con noi, allora, dietro le quinte di questa festa da molti snobbata, invece piena di sorprese e di magia.

LA TRADIZIONE DEL CAPODANNO AGRARIO

Nella veste che conosciamo oggi, Halloween è una celebrazione importata dall’America qualche decennio fa, carica di suggestioni letterarie e cinematografiche che sponsorizzano new entry come mummie e zombie. In origine, però, si trattava di un antichissimo capodanno agrario, forse preceltico, che si cominciava a celebrare l’ultimo giorno di ottobre, basato sui riti di accoglienza verso i defunti, considerati capaci di propiziare il raccolto dell’anno successivo e il benessere della famiglia. La festa cadeva nel periodo dello spartiacque del ciclo agrario, quando si finivano tutti i raccolti e s’inizava con le semine per l’annata successiva.

bambini chiedono dolcetto o scherzetto nella notte di halloween

bambini chiedono dolcetto o scherzetto nella notte di halloween

Il periodo fra la sera del 31 ottobre e il giorno 11 novembre, per i nostri antenati rappresentava un po’ uno spazio intermedio che non apparteneva né all’anno vecchio né a quello nuovo, un tempo magico durante il quale si pensava che i semi giacessero negli Inferi prima di rinascere insieme con la primavera. Un momento ambiguo e delicato che vedeva annullate le barriere con l’Aldilà e in cui tutto poteva accadere. «Si credeva, infatti, che i defunti tornassero a fare visita ai vivi. Ogni genere di morti, da quelli buoni e così cari degli antenati a defunti arrabbiatissimi per essere scomparsi giovani o in malo modo.
Per prudenza, meglio quindi lasciare l’uscio di casa aperto e ingraziarseli con cibo e bevande lasciati in bella vista sulle tavole, lumi accesi e letti accoglienti. In cambio del sostentamento, il tacito (ovviamente) accordo era che i defunti proteggessero la famiglia e il raccolto, o quanto meno si astenessero dal far dispetti.

Mentre i bambini nel pomeriggio andavano in giro mascherati nelle case per impersonare gli spiriti degli avi, propiziare la buona sorte e anche godere dei dolcetti avuti in regalo grazie all’usanza della questua, poi diventata, nel tempo, l’odierno “Dolcetto o scherzetto”? E se, caso rarissimo, qualcuno osava richiudere la porta senza dare niente, gli si mandava una specie di scherzoso malaugurio. Tutti col fiato sospeso, allora, la notte lunga del 31 ottobre: le case tappezzate di talismani, per le strade nessuno, mentre sulle coste le barche rinunciavano alla pesca per il terrore di imbattersi in vascelli fantasma.

Tradizioni antichissime e pagane, anche se poi attorno al 700 dopo Cristo venne inserita a forza la ricorrenza cristiana di Ognissanti. Usanze e riti che, soprattutto nelle campagne, hanno resistito in tutta Europa e anche in Italia fino almeno alla metà del secolo scorso. La festa ha avuto un destino singolare: esportata negli Usa dagli immigrati irlandesi per diventare “l’americanata” odierna, è poi rimbalzata di nuovo in Europa qualche decennio fa, sovrapponendosi alle originarie tradizioni ormai sopite.

Ai giorni nostri la festa di Halloween viene accusata, soprattutto dagli schieramenti cattolici, di essere una festa consumistica e pericolosamente trasgressiva. In realtà quasi tutte le festività religiose odierne nascono da antiche celebrazioni pagane che la religione cristiana ha poi fatto proprie. In origine, tra l’altro, non era assolutamente una festa horror, anzi, c’era un clima di rispetto e anche di paura, tanto che si faceva di tutto per allontanare gli spiriti inquieti o malvagi. Si tratta poi di orrore (per fortuna) posticcio e di una trasgressione decisamente limitata.

Quello che importa è che i bambini ne siano entusiasti, anche perché col declino del Carnevale è l’unica festa in cui restano veri protagonisti. Sicuramente non è una festa da demonizzare, perchè non è legata a fenomeni paranormali né intende esaltare il male, anzi ha come sottofondo l’intento di esorcizzare le paure più comuni degli esseri umani ed aiuta a tenere vive le nostre radici.

I SEGRETI DELLE STREGHE

halloween la festa delle streghe

halloween la festa delle streghe

Ma saranno poi esistite per davvero, le streghe?
Dopo l’anno Mille, specialmente nelle zone alpine e dei Pirenei, si ha notizia di pratiche che esercitavano funzioni sciamaniche preparando unguenti naturali, con cui esercitavano per esempio anche il controllo delle nascite. Donne umili, in buona fede e senza alcun potere paranormale, che però vennero perseguitate e uccise perché considerate scomode a vario titolo dalla società patriarcale di allora. Certo è, comunque, che nessuna di loro sfoggiava il look con cui sono rimaste fissate nell’immaginario collettivo.

Perché allora vestirle di scopa e cappellaccio?
Visto che la si voleva sempre intenta in malefici e sortilegi, ecco che alla figura della strega è stato calato in testa un cappello a cono identico a quello dei maghi o degli pseudo medici veneziani. Teniamo conto che secoli fa medicina, alchimia e magia si sovrapponevano e si confondevano. Il fatto che sia sempre brutta e anziana si spiega con un patto che s’immaginava avesse stretto col Maligno: lui la scippava di bellezza e giovinezza e in cambio la riforniva di arti magiche. Mentre il nero le si confà in quanto colore “cattivo” per eccellenza, in antitesi con la purezza e il bianco luminoso della fede.
A parte il fatto che le donne sole, povere e vedove, solitamente vestivano con abiti scuri, più economici di quelli colorati.

LA LEGGENDA DELLA SCOPA  MAGICA

La fantasia popolare le conferiva un significato magico: già nel Medioevo si tramandavano racconti di streghe che avrebbero volato verso Sabba armate di scope di saggina. Una curiosa leggenda l’accomuna ai vampiri: narrava che chi avesse collocato una ramazza accanto all’uscio di casa li avrebbe tenuti lontani. Perché?
Si voleva che il Signor Canino fosse irrefrenabilmente attratto dalla scopa, così da essere costretto a contarne tutti i fili. Peccato che, non essendo in grado di andare oltre il numero sette, dovesse ogni volta ricominciare, fermo sulla porta. Fino all’arrivo della luce del giorno, destinata a spazzarlo via.

LA LEGGENDA DEI VAMPIRI

Molti pensano che siano il parto di fantasie letterarie o cinematografiche, da Nosferatu in poi, in realtà sono figure fantastiche scaturite già nel 1500 direttamente dalla fantasia popolare, colpita dalle caratteristiche particolari dei morti di peste: guance rosa e floride, sangue alla bocca, crescita delle unghie: da lì nacque la convinzione che esistessero spaventevoli morti non morti con il compito di spargere malattie orribili e contagiosissime prendendo per il collo i primi malcapitati che venivano loro a tiro. I morsi e i canini acuminati, quelli sì, sono spuntati invece secoli dopo come invenzione letteraria.

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