Il dollaro ha chiuso la scorsa settimana al rialzo, ma non è riuscito completamente nel trarre vantaggio dall'attesissima pubblicazione dell'employment report di venerdì, che avrebbe invece dovuto fungere da propulsore fondamentale per la spinta delle quotazioni della valuta verde.
Quanto è accaduto è ben noto: i dati sul mercato del lavoro USA sono stati positivi, ma il numero di occupati è salito meno delle attese. Dunque, la spinta verso l'alto del dollaro ne è risultata fortemente limitata e, soprattutto, ha rotto le uova nel paniere della Fed. La condizione necessaria perché la Fed possa alzare i tassi, ovvero l'ulteriore miglioramento del mercato del lavoro, è stata soddisfatta, ma tale condizione non è sufficiente. La conseguenza è che a poco meno di 10 giorni dal FOMC, l'incertezza sul timing del primo rialzo rimane piuttosto elevata.
A contribuire ad acuire l'aleatorietà di quanto realizzerà la Fed c'è anche il calendario macro: i pochi dati USA della settimana - PPI e fiducia delle famiglie venerdì - non aiuteranno infatti a fare chiarezza in proposito. Ne consegue che è probabile che il dollaro rimanga confinato nel range della settimana passata, con scarse possibilità di aggiornare i massimi di giovedì, a meno di delusioni molto significative dai dati area euro.
Di contro, proprio per il mancato rafforzamento troppo deciso del dollaro, l'euro è calato lievemente per poi recuperare. Ha giovato altresì il messaggio trasmesso dalla Banca centrale europea alla riunione della scorsa settimana, il quale non ha certamente terminato di produrre i suoi effetti, e il quale dovrebbe altresì contribuire a contenere tale rialzo.
Tecnicamente, il limite di normale ritracciamento tecnico si colloca a 1,1262 EUR/USD, livello fino al quale non è compromessa la possibilità di nuovi ribassi a/sotto 1,10 EUR/USD nel breve, soprattutto se la prossima settimana la Fed dovesse alzare i tassi.
Per quanto concerne infine il calendario macroeconomico di riferimento nel vecchio Continente, nei prossimi giorni è prevista - per l'area euro - l'uscita dei dati di produzione industriale di Francia (giovedì) e Italia (venerdì). Questa mattina sui dati di produzione tedeschi, più deboli del previsto, il cambio è sceso, ma di poco. L'impressione è che i mercati siano oramai catalizzati sulla Federal Reserve, e che in questi giorni molti dei movimenti giocheranno proprio sulla crescente attesa di riscontrare cosa sceglierà di fare il FOMC: dare fiducia ai mercati con un immediato rialzo dei tassi, o temporeggiare fino alla fine dell'anno, o addirittura all'inizio del 2016?
