Magazine Cinema
ci sono film che posso rivedermi anche una volta ogni sei mesi perchè mi fanno l'effetto di un ricostituente, altri che riesco a rivedere solo dopo averli completamente dimenticati. Dolls lo avevo visto quando era uscito, avevo diligentemente acquistato il DVD e l'avevo messo sulla scaffale in attesa del momento in cui mi sarei sentita pronta a rivederlo, cosa che è accaduta qualche giorno fa. il fatto è che certi film mi fanno stare male; io vorrei che andassero a finire bene, ma so benissimo che non possono che finire male, è questa ineluttabilità che è difficile da accettare. il film, perfetto per eleganza formale, condito con la musica del grande Hisaishi Joe (qui alla sua ultima collaborazione con Kitano) ruota intorno alle drammatiche storie di tre coppie anomale. Haruna (Fukada Kyoko) e Nukui (Takeshige Tsutomu) sono rispettivamente una idol e un suo fan accanito; quando Haruna rimane sfigurata in un incidente automobilistico e si ritira dalle scene, Nukui si acceca e, grazie al fatto che non può vederla, può finalmente incontrarla di persona. Hiro (Mihashi Tatsuya) e Ryoko (Matsubara Chieko) sono invece un boss della yakuza e la sua ex-fidanzata; molti anni prima erano soliti incontrarsi ogni sabato sulla panchina di un parco. in seguito Hiro aveva scelto la carriera abbandonando la donna, ma lei aveva continuato fedelmente a recarsi ogni sabato nello stesso posto, sperando sempre di rivederlo. infine Sawako (Kanno Miho) e Matsumoto (Nishijima Hidetoshi) sono una coppia di fidanzati costretti a lasciarsi perchè la famiglia di lui insiste che egli sposi la figlia del suo capo, benchè non l'ami, per motivi puramente utilitaristici. Sawako non regge alla separazione e tenta il suicidio; sopravvive, ma resta priva della ragione. quando Matsumoto lo viene a sapere abbandona la sposa sull'altare e fugge insieme a Sawako, in una pellegrinaggio incessante scandito dal cambio delle stagioni. ciò che mi stupisce sempre di Kitano Takeshi è la sua capacità di produrre da un lato programmi demenziali come Takeshi's castle e dall'altro film durissimi, poetici eppure terribili. questo ricade appunto in questa categoria. non c'è speranza per i suoi protagonisti, che diventano come bambole in mano al fato; ci si perderà, sempre e comunque, non importa se per un momento si ha avuta l'illusione di aver ottenuto ciò che si voleva. personalmente mi sono identificata molto nel personaggio di Ryoko perchè sono dotata di quel genere di demenza.
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