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Bisogna percorrerla tutta la Val Cimoliana, intrufolarsi convinti tra gli ammassi montuosi, per scoprire angoli incantevoli di Dolomiti. La Val Meluzzo, naturale prosecuzione della Val Cimoliana ci attende con la sua varietà d’ambiente incontaminato giustamente riconosciuto tra i patrimoni dell’Unesco
Pian di Meluzzo è un brusio, escursionisti principalmente destinati a risalire le faticose balze che portano al famoso "Campanile" . Noi siamo più attirati dagli incanto dei luoghi isolati, quelli che passano vicino, rasente all'Alta via nr.6 dei Silenzi" Ghiaie, poi un prato in fiore, poi si va ancora per ghiaie, sotto il sole, le acque del Rio Valbinon scorrono per ora sotterranee, l'unico rumore è il vento che ci accarezza . Proseguiamo in leggera impercettibile salita, la sensazione è ancora una volta quella di essere all'interno di una grandiosa cattedrale il cui tetto azzurro sembra sorretto dalle guglie dei Monfalconi da una parte e dalle vette dei gruppi Postegae e Pramaggiore dall'altra.
Quando la valle si restringe le acque giocherellanti del torrente ci vengono incontro saltellando sui sassi prima di scomparire. Caseruta dei Pecoli è un piccolo angolo verde alla confluenza tra le Valli dei Monfalconi di Forni e di Brica . Cime Bianche e Cime dei Pecoli da una parte, il Campanile Gambet e il Crodon di Brica dall'altra, nel mezzo, man mano che guadagniamo faticosamente quota si svela la segreta Val Menon, incassata tra le alte sponde rocciose. All'ombra di un bellissimo bosco di larici e abeti, colonizzato da mughete nei tratti più aperti sbuchiamo dopo un paio d'ore nei pascoli di Casera Valmenon.
Merletti, spuntoni e forcelle coronano il suggestivo catino della Casera ottimamente gestita nella stagione estiva.
Una piccola sosta, il tempo di fare la firma sul libro dei bivacco e raccogliere un timbro sul taccuino di montagna e poi riprendiamo in direzione del naturale limite superiore della valletta dove abbandonate le indicazioni del "Troi dai Sclops" che evidente sale sotto gli spuntoni del Lavinal e dell'Urtisiel in direzione della omonima forcella, proseguiamo lungo una raccolta valletta di larici e mughi.
Il tratto è breve, tra rocce e prati, sale infine i ghiaioni del Crodon di Brica e scavalcando uno spuntone roccioso ci ritroviamo nella fiabesca pianura di Campuros. Prati immersi nel silenzio, la cui bellezza è accentuata da morbide ondulazioni bagnate da una sorgente, lo sguardo da tre lati è circondato da crode e forcelle, salvo poi stupirsi della bellezza imponente delle creste e dei picchi dei Monfalconi che sovrastano la valle che ne porta orgogliosamente il nome
La salita alla forcella di Val Brica è per buon sentiero, un aperto canale, gli ultimi larici a punteggiare il susseguirsi di terrazzamenti , in direzione della "Fantulina" , il curioso monolite che come una colonna sorge isolato ad impreziosire le già graziose componenti rocciose della sella.
Uno sguardo indietro alla dolce conca prativa di Campuros, poi l'attenzione è catturata dal versante opposto dove lo sguardo si va inevitabilmente a posare sullo spettacolare anfiteatro delle Cime Fantulina e Brica. Un grande catino ricoperto da verdi pionieri e residui di neve si impenna improvviso su apparentemente ripidi e faticosi ghiaioni la cui corona di cime dona una aspetto severo e importante, concentrando lo sguardo sullo stretto passaggio della forcella dell'Inferno. Prima di scendere nella valle sottostante, indecisi se proseguire oltre forcella dell'inferno e passo del Muss per scendere in Val de Guerra, facciamo ancora una sosta. Un sentiero rasenta una prima formazione rocciosa per poi salire alla vicina cima Valmenon, andiamo a dare una occhiata alla ricerca di prospettive nuove da cui scattare un paio di foto poi si scende in Val Brica.
Il bel sentiero contorna il circo roccioso in un piacevole procedere tra verdi, rocce e sassi, alternati da qualche piccolo nevaio nel più totale silenzio. Qui neanche il vento che in cielo fa muovere rapidamente le nuvole grigie, fa rumore, l'isolamento è totale.
Le nostre gambe decidono che la forcella dell'Inferno oggi è fuori portata, la presenza di neve probabile in discesa sull'altro versante ci fa decidere definitivamente. La discesa in Val Brica è comunque molto bella, un sentiero si incunea tra il Crodon di Brica e Cima Brica, tra larici e mughi seguendo la musica di un rio le cui fresche acque scendono in Val Meluzzo ad arricchire il torrente principale.
Il Cason di Brica ben si presta ad un'ultima sosta poi, prima che la valle si spenga precipitando tra sfasciumi e ripide ghiaie, confluendo in Val Meluzzo, abbiamo ancora una volta il tempo di poter ammirare la Val Monfalconi di Forni al cui centro si può notare il rosso puntino del bivacco Marchi/Granzotto.
Il percorso è ora quello dell'andata, le acque correnti, le ghiaie, laggiù in fondo, ancora lontano Pian di Meluzzo. Ci vuole almeno un'altra oretta per arrivare, durante la quale mettiamo assieme le nostre impressioni, un succedersi di immagini e visioni intense e di ricercata e preziosa bellezza alle quali dedicheremo come sempre le nostre emozioni .
Naturalmente per assemblare bene tutto è prima utile una sosta all'agriturismo di Pian Pagnon.........
sentieri CAI 361 - 369 - 379 - Alta Via nr.6 "dei Silenzi" Anello delle Dolomiti Friulane
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