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Domani arriverà lo stesso

Creato il 12 aprile 2013 da Pdarcore
Domani arriverà lo stesso
C'è quello di Arcore che prima diceva assolutamente che al Quirinale ci doveva andare uno della sua area politica e, se così fosse stato, il suo plotonedellelibertà poteva dare pure il via libera a un governo Bersani;
adesso dice che al Quirinale ci può pure andare Bersani, a condizione però che nel governo ci entrino a pieno titolo (e senza vergogna, aggiungiamo noi) i ministridellelibertà.
Insomma: se non ti pieghi ti spezzo, se ti pieghi arrivo da dietro.
Poi ci sono (a destra e a sinistra) quelli che al Quirinale ci deve andare un moderato, cattolico, con un altissimo senso delle istituzioni, rigoroso e di sani princìpi; e uno pensa subito a Romano Prodi che è tutte queste cose insieme e che è l'unico presidente del consiglio che si è fatto sfiduciare in parlamento, guardando dritto in faccia i giocolieri di palazzo.
Però ti dicono che lui non va bene, è troppo "divisivo". Sì, perchè è l'unico a sinistra, fino ad ora, che è riuscito a "dividere" il tizio di Arcore dal governo dell'Italia.
Poi c'è quello di Firenze che dice che lui non parlerà mai male degli avversari, e intanto lo fa a reti unificate sul Pd e sul segretario; dice che non si può più aspettare, perdinci!, e hai voglia a spiegargli che prima di eleggere il nuovo presidente della repubblica comunque non si può (non si può!) fare altro; che dice che lui pensa quello che pensano la maggior parte degli italiani, e vallo a capire se sia un bene o un male.
Poi ci sono quelli a cinque stelle che molte volte sono più comici del loro capo, che tante altre sono più arroganti di un bulletto quindicenne ed altre ancora speri che sia solo incompetenza ma in fondo sospetti che sia ignoranza.
Poi c'è (molto ma molto più in basso) Cicchitto che vuole Violante al Quirinale, quelli (tanti) del Pdl che non ci vedrebbero male D'Alema, chi vorrebbe Gasparri e la Bindi nello stesso governo, chi vuol far eleggere il Presidente con l'onlàin, che se però salta la rete si rimandano le elezioni.
E la primavera tarda ad arrivare,
e si sta come d'autunno sugli alberi le foglie,
e forse bisognerebbe ricominciare da
quel villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.

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