Per la Grecia è arrivata l’ora zero. Se domani i titoli obbligazionari greci non avranno una adesione superiore al 90% da parte dei creditori, il paese sarà fallito. Bisogna solo capire come. Al momento siamo lontani dalla metà ma in Europa c’è ottimismo:
L’ultimatum della Grecia sta per scadere. Alle 21 di domani si chiuderà la possibilità per i creditori privati di aderire allo swap di titoli di Stato greci, sopportando pesanti svalutazioni. La grande ristrutturazione del debito ellenico sta quindi per finire, ma i rischi di un deragliamento sono ancora elevati. Se non sarà raggiunto il 90% delle adesioni su carattere volontario, il governo cercherà di forzare le operazioni, imponendo le perdite agli obbligazionisti.
La conseguenza sarebbe uno scenario simile a quello dell’Argentina di dieci anni fa, che potrebbe far saltare il secondo pacchetto di aiuti internazionali da 130 miliardi di euro. E in quel caso, la via verso il primo fallimento sovrano nell’eurozona sarebbe spianata. Le ultime indiscrezioni che emergono parlano di un’adesione di circa il 76.6% dei 206 miliardi di euro di titoli governativi ellenici che fanno parte dello scambio.
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«Tutti vogliono evitare che si parli di bancarotta». Le parole di un diplomatico italiano lasciano intendere che l’Ue non vuol far passare il messaggio che è avvenuto il primo default sovrano nell’eurozona.A Linkiesta il diplomatico afferma senza troppi giri di parole che «l’obiettivo di riportare il debito al 120% del Pil nel 2020 è semplicemente irragionevole, specie considerando la disastrata economia greca, che non ha una forte base manifatturiera».
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Quello che sarà dopo, ancora non è definito. Oltre 1.000 miliardi di euro di impatto sull’eurozona, 160 miliardi di euro solo sulle spalle delle banche europee, un contagio esteso fino a Italia e Spagna, che avrebbero altra scelta che chiedere un sostegno finanziario al Fmi o all’Ue: sono questi i danni che potrebbe fare il fallimento della Grecia. Sia Bruxelles sia Washington vogliono evitare che si arrivi a questa soluzione, ma il tempo sembra essere contrario. Il peggio, tuttavia, potrebbe ancora arrivare. Il negoziatore di BNP Paribas, Jean Lemierre, ha spiegato a Le Monde che il risultato dello swap è ancora incerto. Se i fondi hedge sembrano essere convinti ad aderire allo scambio, restano da convincere ancora molti attori. Nella notte continueranno le telefonate del ministero del Tesoro ai possessori di bond greci, almeno quelli noti. L’obiettivo è raggiungere il 90% dell’adesione, entro domattina, per evitare che qualcuno possa opporsi alle Cac. In caso contrario, il peggiore degli incubi di Atene potrebbe diventare realtà.
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