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Domeni-cosa?

Creato il 01 giugno 2012 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
“Buona domenica...”, cantava così il caro e vecchio Antonello Venditti. Partendo dal presupposto che io non ho mai amato Venditti, ritengo che questo suo ritornello ricorda un periodo ancora felice della nostra storia sociale, tempi in cui la domenica era ancora ritenuta un giorno sacro, un giorno di riposo. Erano bei tempi quelli, perchè tutti aspettavano il fine settimana per riunirsi con la propria famiglia, per passare del tempo con gli amici, per vivere un po' al di fuori di quelle quattro mura del posto di lavoro. Eh sì, Venditti, con la sua canzoncina, ci raccontava un bel momento. E Rita Pavone, ve la ricordate quando si lamentava che la domenica il suo uomo la “lasciava sempre sola...per andare a vedere la partita”? Perchè ai tempi la domenica era fatta anche per vedersi una partita di calcio (senza scommesse, di norma).Ebbene, se adesso dovesse cantare quel romanaccio di Venditti, che diavolo canterebbe? “Buon turno di riposo... eh sì, infrasettimanale”. E la Pavone, che cavolo ci racconterebbe? “Perchè perchè, la domenica te ne vai a lavorare...”. Eh cara Rita, non ci lasciano altra scelta, perchè se la domenica non vuoi lavorare, allora ti facilitano la vita e non ti chiamano. Né per la domenica, né per gli altri giorni. Con tutte queste liberalizzazioni, si è dato il via a una sottospecie di “schiavismo”, in cui commessi, venditori di auto, cassieri, e chi più ne ha e più ne metta, non hanno più diritto a pensare di passare una domenica in famiglia. Tutte quelle madri che sono obbligate a lavorare 40 ore settimanali in un negozio si trovano, quindi, a non vedere mai i loro figli, se non la sera, giusto giusto per rimboccargli le coperte e dargli il bacio della buonanotte. Madri, quindi, che si sentono private di un valore che per molti, fortunatamente, rappresenta ancora un punto fermo nella loro vita: si tratta di quel valore che in molti riconoscono con l'epiteto di Famiglia. I soliti noti pensano che le liberalizzazioni del nuovo governo abbiano dato nuove forme al mondo del commercio, quando invece l'unico cambiamento è stato registrato nei contratti. Sì, quei contratti che non ti riconoscono più la domenica come festivo, e che le ore serali non sono più serali. E così i cittadini devono accettare condizioni di lavoro precarie, perchè si dovrà pur lavorare per vivere; ci si approfitta, perciò, delle famiglie e della loro difficoltà nel tirare avanti. Le domeniche diventano un miraggio, un giorno esattamente come gli altri.Famiglie che si sgretolano, che fanno fatica a ritrovarsi, anche solo per pranzare e cenare assieme; io sono cresciuta in un nucleo familiare in cui mamma e papà lavoravano tutto il giorno, perchè ce n'era (e ce n'è) bisogno, ma nonostante ciò si trovava sempre il tempo di stare assieme. Adesso è praticamente impossibile pensare una cosa del genere, perchè se durante la settimana i bambini vanno a scuola, nel weekend i genitori (o perlomeno uno dei due) devono lavorare. Si tratta di famiglie che vivono esistenze parallele. In tutto questo poi, c'è una cosa che mi fa andare letteralmente ai matti: avete presente tutte quelle mamme che in una domenica di sole decidono di caricare i propri figli sul loro suv e passare la giornata in un centro commerciale? Ecco, quelle madri io le prenderei a testate. Con tutte le giustificazioni esistenti al mondo, perchè diavolo passi il tuo unico giorno libero a far impazzire i tuoi figli fra gli scaffali di un negozio? Perchè non vuoi che vivano un po' all'aria aperta, godendosi tranquillamente una giornata di puro relax con la loro mamma? Di certo son cose che non mi posso spiegare.In ogni caso credo che anche Venditti e la Pavone non riuscirebbero a trovare una spiegazione logica, anche perchè loro ci raccontavano quelle domeniche in cui lo svago era una cosa ovvia, lo stare assieme ai propri affetti era un fatto scontato. E la cosa più sconvolgente è che in un Paese in cui il Vaticano è più presente degli acari in un batuffolo di polvere, la sacralità della domenica viene regolarmente dimenticata. Eppure teoricamente anche Dio si è riposato l'ultimo giorno della settimana.

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