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Guarda le merendine. Controlla il prezzo. Poi si guarda intorno: in quell’istante incontra il mio sguardo. Riposa le merendine sulle scaffale. Penso che probabilmente voleva mettersele nel giubbotto. Sorrido: chi non l’ha fatto almeno una volta nella vita? Io sì. Nel cestino rosso appeso al suo braccio c’è una bottiglia di una bibita amaranto - che non ho mai bevuto - e un paio di scatolette. Di tonno credo. Lui ha lineamenti duri, un giubbotto di pelle marrone, occhi celesti e capelli biondo scuro, schiacciati sulla nuca. Non dividiamo niente, a parte la corsia di un supermercato quasi deserto. Mancano poco più di venti minuti all’ora x, quella del blocco delle auto. La gente ha preferito restare a casa. Che piove pure.
L’uomo poggia il cestino di plastica rossa per terra e prende un’altra confezione di merendine. Più piccola. Non verifica la data di scadenza. Né gli ingredienti. Né l’origine del prodotto. Controlla il prezzo. Decide che è troppo alto e riposa il pacco di brioche ripiene di marmellata alle albicocche sullo scaffale. Lo sorpasso col carrello pieno della spesa per la settimana. Compro gli hamburger. Mi domando se a casa ho tutte le salse che servono. Mi ricordo dei funghi surgelati da tenere in freezer per le emergenze, e cambio corsia. Poi vado alle casse: i minuti scorrono e mi resta poco tempo. Penso a quello che farò in questa domenica solitaria. Senz’auto. Penso che potrei andare in palestra. Che mangerò i tortellini, magari in bianco. Mi piace la pasta in bianco. Forse perché l’olio che mi manda mio padre dalla Puglia spacca. C’è fila. Spero di non fare tardi. Prendere una multa a meno di due chilometri da casa sarebbe una sfiga troppo grande. Guardo il carrello della coppia che mi precede. Una coppia di anziani che probabilmente si è alzata all’alba per poter fare la spesa prima del blocco del traffico. Per poi cucinare per la famiglia. Per i nipoti. Hanno preso anche una tortina. Finalmente tocca a me. Mentre poggio la spesa sul nastro, noto un carrello di plastica rossa poggiato per terra, vicino alla cassa. Dentro c’è una bottiglia di una bibita amaranto - che non ho mai bevuto - e un paio di scatolette di tonno. Abbandonati là.
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