In questo autunno le domeniche stentano a prendere il via. È come se nessuno avesse voglia di fare niente.
Non è più lo stesso da quando F. e l'E. si sono lasciati perché lui aveva un'altra, ma non un'altra qualsiasi, no, un'altra che era amica, molto amica, dell'E. e dentro al nostro piccolo gruppetto da sempre. Scandalo e controscandalo. Ci siamo sfasciati. Siamo rimasti tutti male per la situazione. Io non avevo intuito niente, perché sono sempre la solita rinco, molto rinco, così quando ho saputo il pettegolezzo ci sono rimasta non male, di più. Volevo un bene dell'anima all'E. e mi mancano le nostre passeggiate o le serate in cui preparavamo la pizza per tutti. Adesso lei è tornata a casa sua, ha mollato i mobili che aveva scelto insieme a F., il giardino che aveva curato suo padre, ha mollato F. e non è più tornata. Nemmeno per riempirlo di botte. Nemmeno per ammazzare l'altra che faceva tanto l'amica. Penso spesso a lei, sempre così solare, schietta, semplice. Così innamorata e piena di progetti. Mi chiedo quanto tempo le servirà per capire che quello che ha perso di più non può che essere lui e mi domando quanto tempo le servirà per sentirsi serena tra le braccia di un altro. Adesso piange. Non fa altro che piangere. Sono tre mesi che piange. Stavano insieme da otto anni, mica un giorno. Convivevano. È l'unico ragazzo che ha avuto. Quando si sono messi insieme lei aveva vent'anni, studiava all'università, adesso ne ha ventotto e se guarda indietro non vede altro che lui. È in tutte le foto importanti. Mi dispiace tanto, perché non si meritava per niente di stare male così tanto.
Il nostro mini gruppetto insomma è diventato ancora più mini. Gli animi si sono scaldati e incattiviti. L'E. manca a tutti e nessuno vuole più avere tra i piedi F. e l'altra, soprattutto, già protagonista di altre situazioni poco piacevoli. Una volta ero anche amica dell'altra, ma avevo già smesso da un po' di fidarmi di lei. Adesso io su di lei ho messo una croce sopra, non perché il suo comportamento ha toccato me, ma perché non potrei essere sua amica sinceramente sapendo che tutti quelli che le hanno voluto bene e amata l'hanno matematicamente preso in quel posto.
Sono domeniche così, un po' confuse, un po' monotone.
R. esce con una ragazza, finalmente, M. è impegnato con la caccia, A. chissà dov'è, J. magari è rimasto con la testa a Londra, D. ha una casa tutta sua in un'altra città e a volte torna la domenica, ma a volte anche no. La Vale c'è. Almeno lei, perciò adesso vado. Magari ci facciamo una bella cioccolata calda, che ormai il periodo è buono. Magari vediamo un film di quelli che fanno piangere, perché a noi piacciono così. D. ci prende sempre in giro, dice che potremmo essere utili al mondo, dice che dovremmo organizzare un servizio di pronto intervento nei territori aridi. Dice che dovremmo andare dove c'è siccità a innaffiare la terra con le nostre lacrime. I popoli ringrazierebbero.
Sapesse D. quante lacrime ho versato anche per colpa sua in un passato oggi incomprensibile...


