Domenico Quirico scomparso in Siria da 20 giorni.

reporter di La Stampa scomparso in Siria

Fiocco giallo sulla porta del quotidiano La Stampa. Domenico Quirico, 62 anni, giornalista di punta della politica estera presso il quotidiano torinese, è scomparso. Dal 6 aprile scorso si trovava in Siria, nella zona di Homs, per documentare i violenti scontri della regione. Gli ultimi contatti con il giornalista piemontese risalgono al 9 aprile scorso. Quirico aveva precedentemente avvisato la moglie di un suo periodo di silenzio, che sarebbe durato approssimativamente una settimana, in quanto gli era stato intimato di non usare il satellite. Di giorni ormai ne sono passati venti e di lui nessuna traccia.

La Farnesina ha intrapreso delle discrete ricerche da due settimane e il neo-insediato ministro degli Esteri, Emma Bonino, dichiara di seguire personalmente il caso. La notizia ci raggiunge lo stesso giorno di un attentato a Damasco contro il convoglio del premier, che ha causato la morte di sei persone, lasciando Wael al- Halki illeso. Una zona sempre calda quindi, ma che sui nostri giornali occidentali occupa sempre meno spazio, una violenza già sentita, qualcosa a cui ci siamo assuefatti.

Quirico, partito come inviato di guerra, era abituato a trovarsi in situazioni di rischio elevato. Ha infatti raccontato i drammi di buona parte dell’Africa (Sudan, il Darfur, Uganda, Tunisia, Egitto, Libia, Mali, Somalia, Siria). Nell’agosto 2011 è stato rapito in Libia insieme a tre colleghi, l’autista del suo convoglio è rimasto ucciso. In quell’occasione veniva liberato dopo due giorni.

Il reporter di La Stampa, tornato per la quarta volta in Siria, stava mettendo a servizio dell’informazione italiana la sua perizia e la sua esperienza nel documentare i conflitti che contrassegnano ogni giorno la primavera araba, e che in questo Paese si sono fatti particolarmente cruenti. A questo argomento si ispira la sua ultima pubblicazione “Primavera araba. Le rivoluzioni dall’altra parte del mare” (2011).

articolo di Sara Martinetto

Foto Bo yaser, licenza CC BY-SA