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Don Abbondio Remix

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Sono partito ieri per una settimana da trascorrere alla Fiera del Libro di Francoforte.
Le grandi exhibitions a me non piacciono mai granché, perché tutte le volte che sono circondato da troppe possibilità di scelta e da infiniti stimoli potenziali, finisco sempre per sentirmi addosso una gran confusione, e un forte senso di claustrofobia da sovrabbondanza.
In ogni caso, ho cercato di infilare in valigia, oltre ai miei tre completi vintage preferiti, anche la speranza di riuscire a trovare, tra un impegno di lavoro e l’altro, il tempo per curiosare negli infiniti padiglioni e di scoprire magari qualcosa capace di incuriosirmi un po’.
Certo i presagi non sono dei migliori, perché in aereo il mio vicino di poltrona sfogliava tronfio quello che certo sarà il best seller dei prossimi mesi in Italia; roba da farti pentire di aver già acquistato anche il biglietto di ritorno. Parlo ovviamente della nuova versione de “I promessi sposi”, riscritti da Umberto Eco ed appena arrivati in libreria per colpa del gruppo editoriale L’Espresso ma, soprattutto, di Alessandro Baricco e della sua Loggia Holden.
A quanto ho capito, non si tratterà nemmeno di un caso isolato, ma di un vero e proprio serial, in cui nomi altisonanti della narrativa italiana di oggi si arrogheranno la presunzione di adattare grandi storie del passato ai tempi che corrono. La collana si intitolerà “Save the story”, e immediatamente viene da pensare a quel tanto discusso accanimento terapeutico che si somministra a chi tanto, oramai, non ha più nessuna speranza di vita.
Sembrano dimenticarsi, Baricco e ghenga, che la letteratura – quella grande – è già immortale di suo, è senza tempo di per sé, e che al massimo necessita di qualche aggiornamento nella traduzione, ma non certo di essere riscritta ex novo mantenendo il soggetto e cambiandone la sceneggiatura.
Invece no. Anche l’editoria della narrativa si lascia prendere dalla voglia di seguire la moda dell’editoria discografica: smettere di ricercare nuovi possibili capolavori, nuove possibili rivoluzioni, e limitarsi alle più rassicuranti e remunerative covers.
I libri della collana “Save the story” assomigliano tanto ai cd plastificati di X-Factor, quelli in cui idoli da un quarto d’ora provano a rimodernare i capolavori del passato. E lo sappiamo tutti che quel tipo di ascolto provoca un unico effetto: la nostalgia per l’originale.
Umberto Eco che torna in libreria con un remix di DJ Mondella mi sembra tanto Fiorella Mannoia che rientra in classifica con un disco in cui ricanta Mina che ricanta Renato Zero. Insomma non posso fare a meno di avvertire l’occasione sprecata di qualcuno che magari avrebbe potuto comunicarmi qualcosa di interessante, e invece ha preferito rifilarmi un concetto trito e ritrito spacciandolo per una grande novità.

Postato da: maionese link | commenti (1) |
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