Memorie dell’Oratorio
Caffettiere e liquorista
Dato così un cenno sulle cose di scuola riferirò alcuni fatti particolari che possono servire di amena ricreazione.
L’anno di umanità ho cangiato pensione sia per essere più vicino al mio professore, D. Banaudi, sia anche per accondiscendere ad un amico di famiglia di nome Pianta Gioanni, il quale andava in quell’anno ad aprire un caffè nella città di Chieri. Quella pensione era certamente assai pericolosa, ma essendo con buoni cristiani, e continuando le relazioni con esemplari compagni ho potuto andare avanti senza danno morale. Ma oltre ai doveri scolastici rimanendomi molto tempo libero, io soleva impiegarne una parte a leggere i classici italiani o latini, impiegava l’altra parte a fare liquori e confetture. Alla metà di quell’anno io ero in grado di preparare caffè, cioccolatte; conoscere le regole e le proporzioni per fare ogni genere di confetti, di liquori, di gelati e rinfreschi. Il mio principale cominciò per darmi la pensione gratuita, e considerando il vantaggio che avrei potuto recare al suo negozio, mi fece vantaggiose profferte purché lasciando le altre occupazioni mi fossi interamente dedicato a quel mestiere. Io però faceva quei lavori soltanto per divertimento e ricreazione, ma la mia intenzione era di continuare gli studi.
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