“Don Chisciotte” di Corrado D’Elia

Da lunedì sera è possibile rivedere il Don Chisciotte di Corrado D’Elia al Teatro Libero di Milano, spettacolo già in cartellone a giugno e ora riproposto per la rassegna “Liberi d’estate”. L’autore e attore porta in scena la storia dell’eterno sognatore ideato da Miguel de Cervantes nel diciasettesimo secolo che resta sempre senza tempo in qualunque età. Una scrivania su cui volano fogli di carta – forse le tante pagine del libro – una scrivania che può volare perché è un aeroplano, simbolo delle ali della fantasia,  è quella su cui si appoggia Corrado D’Elia lungo tutto lo spettacolo.  Da lì, Corrado D’Elia narra, con la sua voce ora profonda ora entusiasta, ora divertita ora commossa, le incredibili avventure dell’ idalgo spagnolo. Come ben saprete, Don Chisciotte si trasforma da letterato a cavaliere ubriacandosi di romanzi cavallereschi, partendo verso guerre inesistenti, ribattezzando se stesso e i suoi alleati (il suo cavallo e il prode Sancho) e appellandosi ad una donna ideale verso cui rivolgere i pensieri più aulici di cui ricorda e sa ben poco. Don Chisciotte va armato della sua fantasia e della sua convinzione verso il mondo reale che, più volte, lo batterà, senza vincerlo. Le sue improbabili e innegabimente comiche gesta sono dei moti dell’anima che non si piega, non dell’anima che impazzisce. La musica leggera, italiana e straniera, fa da accompagnamento all’appassionata lettura di D’Elia, che ad ogni capitolo narrato conclude con un pensiero del giorno, ricalcato sul meraviglioso Don Chisciotte, utopico come lui ma non per questo meno valido. Pensieri che sono sicura che D’Elia ha messo e mette in pratica tutti i giorni, come confermavano sia i suoi vividi occhi durante lo spettacolo che la riflessione sulla bellezza impossibile di fare teatro che ci concede in chiusura; arte impossibile quanto realizzabile, cosa che lui decisamente conosce, da direttore artistico del Teatro Libero e fondatore di Teatri Possibili. Questo Don Chisciotte permette di alzarsi dalle sedie più leggeri, più appassionati, più fantasiosi, ma anche più realisti, perché per vivere nella realtà bisogna saper guardare oltre, molto più in alto, sognare e lasciarsi guidare dai propri sogni.