Don Andrea e Don Pino, due preti "strani", due preti "scomodi", due preti che hanno scelto di farsi uomini per stare con gli ultimi e che hanno scelto di professare il vangelo senza scendere a compromessi.
Don Andrea Gallo è stato il prete dalle mille battaglie, uomo di pace che però stava nel conflitto, quello sociale, accanto agli ultimi ed ai più deboli. Uomo di pace che stava nel conflitto alimentandolo perchè non disposto a scendere a compromessi. Apprezzato da tanti atei e credenti, intellettuali e poveri, tanto che oggi a seguire il suo feretro, portato a spalla dai portuali di Genova, si ritroveranno fianco a fianco la buona società con coloro che hanno conosciuto la strada e la galera. Saranno gomito a gomito le prostitute, i trans e le donne di chiesa per dare l'addio a quel prete spesso critico nei confronti della stessa Chiesa esortandola fino in punto di morte a cambiare, a riscattarsi. Nel suo ultimo tweet, il 20 maggio, aveva scritto “Sogno una #Chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna”.
Don Pino Puglisi era il parroco di Brancaccio, una delle borgate di Palermo a più alta densità mafiosa. Don Pino fu ucciso dalla mafia il 15 settembre del 93, il giorno stesso del suo compleanno, perchè "rompeva le scatole", disse uno dei componenti del commando di fuoco che lo uccise.
Il suo rompere le scatole era frapporsi tra vittime e carnefici, inserirsi e contrastare i disegni dei mafiosi, nei soprusi della politica complice. La sua vita è stata un'eterna interferenza contro la prepotenza degli "uomini d'onore".
Anche il messaggio che Don Pino lanciava alla sua Chiesa, con ha fatto anche Don Gallo, era quello che per svolgere appieno la sua missione la Chiesa deve sempre più spesso interferire e frapporsi tra i prepotenti e i più deboli, tra le vittime ed i carnefici.