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Don Gallo, morto un partigiano ne nascono altri 100

Creato il 23 maggio 2013 da Ilkomboloi @IlKomboloi

Morto il “prete di strada”. Don Andrea Gallo lascia la testimonianza del proprio passaggio dopo 84 anni di lotte. “Avete una cinica pretesa, quella di pretendere che il mondo sia il vostro mondo quello possibile. No, noi gridiamo ben altro.”6235084

“Io sto con chi protesta contro la Tav, sto con i ‘partigianì della Valle’ che hanno scelto la democrazia e la difesa della salute contro affari e cricche”. Queste le parole di Don Gallo a difesa del movimento No Tav.
Morto nel letto della Comunità che aveva costruito, la Comunità di San Benedetto al Porto. 

Don Andrea Gallo, un nome intriso e ormai sinonimo di coraggio, di passione e di principi. Don Gallo non si è mai tirato indietro e forse la “battaglia” più dura è stata quella di mantenere inalterato il proprio io difronte al potere, forse, più grande, la Chiesa. Don Gallo ha sempre portato avanti le proprie idee riformiste all’interno della Chiesa senza mai nascondersi, con il coraggio di chi è abituato a lottare per i propri valori.

La sua libertà l’ha cercata di trasmettere in ogni missione che ha affrontato, alcune volte concedendola nonostante imposizioni contrastanti che venivano dall’alto. Nel 1960 viene inviato come cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori. Lì cerca di introdurre un’impostazione educativa diversa, cercando di sostituire i metodi unicamente repressivi con una pedagogia della fiducia e della libertà. Da parte dei ragazzi c’è interesse per quel prete che permette loro di uscire, di andare al cinema e di vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall’unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell’espiazione della pena.

Dopo varie esperienze in giro per l’Italia e, soprattutto, dopo varie vicissitudini con spostamenti, tante volte, ingiustificati, si stabilizza nella sua Genova, dando vita alla Comunità di San Benedetto al Porto. Dimostrando il suo impegno per la pacee nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe. Altrettanto scalpore ha suscitato la partecipazione al Gay Pride del 2009. Dimostrando, ancora una volta, di avere ampie vedute anche sui diritti gay.

Ma ciò che forse, per i benpensanti, ha fatto più scalpore è stato l’appoggio incondizionato di Don Gallo alle lotte territoriali come il No Dal Molin, contro la costruzione della base Usa a Vicenza e come i No Tav, l’opposizione degli abitanti valsusini alla costruzione della Tav.

Molto forti le sue affermazioni per difendere la lotta No Tav. Quando l’ex primo ministro Mario Monti ha parlato di continuità del proprio governo per combattere i No Tav, Don Gallo ha espresso la propria solidarietà a tutti gli arrestati affermando: “Siamo in una perfetta repressione poliziesca. Il cancro di tutta Europa emerge quando si vuole, in tutti i modi, fermare quella che è l’aspirazione alla gioventù” e rivolgendosi alla classe politica dice: “ Avete una cinica pretesa, quella di pretendere che il mondo sia il vostro mondo quello possibile. No, noi gridiamo ben altro. Quindi io sono solidale con tutti gli arrestati”.

La testimonianza del suo passaggio è intrisa nei libri che Don Gallo ha scritto: Di sana e robusta Costituzione o Lettera ai giovani.
Sempre affianco dei giovani, Don Gallo lascia un ricordo e soprattutto un messaggio: lottare contro le ingiustizie, anche se queste vengono perpetrate dall’”alto”. A proposito della lotta, Don Gallo ha introdotto l’ottavo vizio capitale: l’indifferenza.



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