DON GALLO PRESIDENTE DELLA CEI (o, in mancanza, dello IOR, banca Vaticana) rappresenterebbe la fine della monarchia papale, la giusta distribuzione dei beni della chiesa ai poveri, l’apertura delle numerose ville residenziali (gestite dalle Sorelle Masturbatrici di Maria o similari) ai senza tetto e ai disperati dei barconi, l’apertura alle coppie “diverse” e la fine dell’omofobia, la possibilità di scegliere (nei casi disperati tipo Englaro) di morire come cavolo ci pare e non delegata ai Giovanardi, la regolamentazione della prostituzione con la morte per fame dei lenoni, la scomparsa degli spacciatori, la decapitazione dei baciapile di regime e via dicendo (…)
Attualmente presidente della Cei Congregazione Episcole Italiana è il Generale Cardinal Bagnasco
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, è un pensionato dell’esercito. Come ordinario militare, cioè vescovo a capo dei sacerdoti al seguito dei soldati, per lo Stato è un generale di brigata, ruolo che può dar diritto a una pensione fino a 4 mila euro. Il cardinale ha prestato servizio solo per tre anni, ma arrivato al 63mo compleanno ha maturato il diritto a un vitalizio. La questione dei trattamenti pensionistici dei cappellani militari, che sono preti ma anche ufficiali, è un bel dilemma. Interrogato dai radicali, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha risposto che l’Inpdap non sa dire quanto costino, però ha stimato che la media degli assegni dei circa 160 religiosi (16 alti graduati) ritirati si aggirerebbe sui 43 mila euro lordi annui. Sommando questa cifra con gli 8,6 milioni degli stipendi dei 180 preti-soldati ancora attivi, compresi i monsignori, si arriva a 15 milioni di euro l’anno. Senza contare che i soli uffici centrali dell’Ordinariato pesano per altri 2 milioni.
(fonte francarame.it – radicali.it)
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