Matteo Salvini non sa, o fa finta di non sapere. Il che appare più probabile. Quel prete, Andrea Gallo, irriducibile combattente genovese, che ha fatto della sua vita una lunga battaglia, col sorriso sulle labbra e il sigaro in bocca, non ha mai ammazzato nessuno. Al contrario, la Bossi-Fini, che Salvini rivendica con orgoglio, partorita da un patto scellerato tra vili reazionari, ha fatto decine di migliaia di vittime, per lo più sepolte tra il fondo del Mediterraneo. Un vero e proprio genocidio che non ha ancora fine.
A quanto pare, a Salvini, la coscienza (dal profondo, ma proprio dal fondo del profondo li dove è riposta), non lo sollecita, nemmeno un po'. Si preoccupa di Don Gallo, della sua improbabile ipocrisia e dei suoi beatificatori postumi, con una punta d'invida e come si trattasse dei postumi di un brutto male, incurabile. Senza considerare che del male, la sua Lega, incurabile, è stata artefice, istituzionale, criminale.
Don Gallo di beatificatori in vita ne ha avuti tanti, di certo molti di più di quanti lo beatificano oggi in rete. Tanti quanti sono stati i beatificati, in vita, dal suo impegno sociale, attraverso il quale ha contribuito a salvare una moltitudine di vite umane: reietti, poveri, clandestini, puttane, tossicodipendenti... Ma, nemmeno difronte all'evidenza più evidente, la coscienza, dal profondo, a Salvini, gli dice nulla.
Trovo tutto ciò vile, indecente. La stessa vile e gretta indecenza che ha regalato all'Italia l'ennesimo ventennio di degrado e corruzione, di macerie economiche e sociali. E ciò grazie anche e soprattutto alla Lega, tanto cara a Salvini che ben la rappresenta: mentre la sua coscienza, ancora, tace...