DON GIOVANNI IN SICILIA - di Vitaliano Brancati

Creato il 10 giugno 2013 da Ilibri

Titolo: Don Giovanni in Sicilia
Auore: Vitaliano Brancati
Anno: 1941 (Prima Edizione Originale)

Romanzo scritto nel 1941.
Ci si potrebbe aspettare, leggendo tale riferimento, che l’autore avesse in mente di inserirvi determinati riferimenti storici, contro la guerra, contro il fascismo… ed invece ogni evento politico viene radicalmente escluso dalla narrazione. L’attenzione è tutta calamitata sulla vicenda di Giovanni Percolla, quarantenne di Catania che trascorre la propria giornata in due modi che alterna costantemente, a seconda delle varie fasi del giorno: dormire e parlare di donne.

Con questo testo, l’autore inaugura il tema del gallismo che sarà poi caratteristico della sua produzione successiva (si consideri Il bell’Antonio e Paolo il caldo). Per gallismo infatti s’intende quel comportamento dell’uomo secondo il quale si mostra come estremamente spavaldo e volgare nel momento in cui si tratta di parlare della donna, che di fatto rappresenta l’unico argomento di conversazione, seppur nelle sue varie sfumature ed accezioni. Ma quando a quest’uomo è richiesto di mettere in atto quanto afferma, ovvero di concretizzare la sua straordinaria tecnica seduttrice, ecco che lo pervade una timidezza fuori dal comune, quasi stilnovista: eh sì, perché proprio quando Giovanni s’innamora di Ninetta, il suo comportamento cambia, il suo linguaggio diventa più puro, le sue compagnie diventano sempre più elitarie. Il saluto della donna, il suo sguardo saranno elementi che metteranno alla prova la virilità del protagonista.

Dopo il matrimonio, Giovanni si trasferisce al nord, abbandona la Sicilia, e con essa gradualmente perde quelle abitudini che contraddistinguevano la sua vita quotidiana: comincia ad alzarsi sempre più presto, prende a lavorare seriamente e soprattutto smette di interessarsi delle donne. 

Potrebbe darsi che il protagonista abbia vissuto un processo di crescita, un’evoluzione, e sarebbe lecito supporre che continui così fino alla conclusione della storia.
Tuttavia, quando marito e moglie decidono di tornare in Sicilia per una breve visita a parenti ed amici e Giovanni rivede le vecchie amicizie, riprende anche vecchi toni e modi di fare, e la circolarità del racconto e il fallimento della sua crescita saranno rappresentati dal “pisolino” di diverse ore che compie sul suo vecchio letto, nella casa delle sorelle. Questo sonno rappresenta un definitivo ritorno alle origini, il simbolo di un cambiamento non riuscito.

  

  

  

  

 

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