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Don Sturzo: istruzione e partecipazione per una società migliore

Creato il 25 febbraio 2015 da Libera E Forte @liberaeforte

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Il primo compleanno del governo Renzi ha rappresentato l’occasione per tracciare un bilancio della situazione politica ed economica in Italia. Nella raccolta di scritti di Luigi Sturzo “Servire non servirsi. La prima regola del buon politico”, recentemente pubblicata da Rubbettino, c’è un articolo del sacerdote siciliano intitolato “Economia e moralità” che fornisce un importante contributo al dibattito pubblico sui rapporti che legano il mondo politico e quello economico.

Dopo una breve analisi sulla nascita e lo sviluppo dell’economia moderna, Sturzo rileva come il sistema economico libero si sia fondato essenzialmente sulla coordinata “economia-potere”. Il compito di correggere l’immoralità scaturita inevitabilmente da questo binomio spetta allo Stato di diritto, che via via deve precisare “i limiti delle attività economiche, di tipo pubblico e di tipo privato”; sfrondare i monopoli privati e rendere impossibili i monopoli pubblici; garantire “i diritti correlativi dei fattori della produzione: capitale e lavoro” e coordinare “le aspirazioni di classe di un dinamismo economico e politico sano”.

Per ottenere ciò occorre operare una cambio di prospettiva e instaurare “una fondamentale concezione morale della società, senza debolezze e senza privilegi; in uno Stato dove l’organizzazione giudiziaria è al di sopra e al di fuori del potere politico; dove i partiti non usurpano i poteri del Parlamento e questo non cede di fronte ai ripieghi degli interessi particolari e dei governanti”. Una dichiarazione di estrema attualità, in un momento in cui il Governo si sta incamminando su una strada pericolosa, caratterizzata dall’accentramento di un potere sempre in aumento e dalla poca disponibilità al confronto e alla trasparenza (leggi l’articolo “Dossier Openpolis: Governo più potente e meno trasparente”).

Sturzo è convinto che sia possibile realizzare una società più giusta, ma è necessaria l’azione di due fattori fondamentali: l’educazione – religiosa, familiare e scolastica – dei giovani e “la vigile attenzione del cittadino sulla pubblica amministrazione”. Perché sia possibile esercitare questa attenzione è necessario avere la possibilità di accedere ai dati. In questo senso si muove la richiesta inoltrata da Openpolis al Governo per ottenere maggiore trasparenza: il diritto all’informazione deve essere garantito in primo luogo proprio dalle istituzioni.

Sturzo ci consegna un messaggio di grande fiducia e speranza, quando ci dice che “l’aspirazione a una morale comune e rispettata è connaturale all’uomo; la concezione di una morale dell’economia deriva non solo dal rispetto della personalità umana, ma dall’interiore moralità delle leggi economiche, se bene concepite e rispettate”: un’altra economia, al tempo stesso produttiva e responsabile, non è solo possibile, ma è la sola e vera economia. Realizzarla è compito dell’uomo, ed è così che l’impegno “politico” acquista significato sociale, civico, etico: “la colpa più grave degli individui e dei nuclei umani, nonché delle istituzioni, sarebbe quella di non avere fiducia di poter superare il male con il bene; il che sarebbe l’indice della mancanza di fiducia nella libertà dono di Dio ed in Dio stesso, il donatore di ogni bene”.

Marco Cecchini


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