Magazine Diario personale

Don't let them have their way, you're beautiful and so blasé

Da Tofina
Avere 17 anni è fondamentalmente una figata. E se ti sono piaciuti così tanto puoi continuare ad avere 17 anni ancora per un po'. Tipo fino a 21. Magari 23. Dai, 24. Ma se a 29, o a 33 (cioè!!) continui ad avere 17 anni c'è qualcosa che non va. So che la cosa a qualcuno potrebbe risultare sconvolgente, ma oltre a non sapere cosa metterti per uscire la sera, comprare vestiti e scarpe e a uscire la sera, c'è tutto un mondo oltre quella sottile soglia, un mondo a cui in genere noi tristi e noiosi 27enni, 29enni, 31enni diamo il nome di, tadadadan, Responsabilità. Fa paura, è uno schifo: ci sono le bollette, il bucato, la spesa, la cassetta del gatto da pulire, il pranzo da preparare ogni santo giorno che oggi che minchia mi invento, il lavoro e quando tutto ti sembra finito...tutto ricomincia, senza passare dal via. E allora forse è meglio continuare ad avere 17 anni tutta la vita, giocando, a spese degli altri, ad avere 30 anni.  Alla fine però, dopo il primo smarrimento iniziale, c'è una cosa che capisci sulle responsabilità.  Ad ogni mal di pancia, ad ogni notte insonne, ad ogni pianto a denti stretti corrisponde una soddisfazione. Piccola, insignificante, grande, immensa.  Ed è solo tua, sudata sofferta agoniata. Solo tua. E lo so che per te la mia soddisfazione non vale niente, perché hai 30 anni ma in realtà ne hai 17. Un po' mi spiace, davvero. Forse un giorno capirai. ♪♬ Speak in tongues - Placebo ♪♬ (Tra parentesi: avere 17 anni è una figata. No, davvero. Per me è stata una figata. L'anno più bello del liceo, uno degli anni più belli della mia vita. Un mix di sensazioni bellissime quali: il primo fidanzato, poter stare fuori fino a tardi la sera, cantare in motorino ferma al semaforo, suonare il basso nelle Turbata capillos, band tutta al femminile che ha avuto tipo 5 giorni di vita, una festa di classe memorabile, canzoni canzoni mille canzoni, i pomeriggi passati al sole simulando uno studio matto e disperatissimo, il campeggio, la vodka e il tavolo appiccicoso del pub. Un mix di sensazioni di merda quali: il primo fidanzato, le litigate con madreh perché sei rimasta fuori fino a tardi la sera, i compiti di matematica e le versioni di latino. E le interrogazioni di fisica, Gesù le interrogazioni di fisica. E tutte le risposte che vorresti avere. E qualcuna ce l'hai ma non era Quella, e allora piangi stai male t'incazzi. Le amiche non capiscono un cazzo, tua madre non capisce un cazzo, pure tu però non hai le idee poi così chiare. Poi c'è il problema di come vestirsi: tutto troppo lungo, troppo corto, troppo scollato, troppo costoso, troppo poco adatto a te. Sono problemi.  Sono gli unici problemi.).

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