Donald Trump: da Twitter alla Casa Bianca?
Luca Giovannini — 4 febbraio 2016Da scenario improbabile a futuro possibile: Donald Trump, controverso magnate ed imprenditore americano, potrebbe davvero essere il candidato dei Repubblicani che sfiderà Hillary Clinton o Bernie Sanders alle prossime elezioni presidenziali statunitensi.
Per quanto la corsa alla nomination del GOP sia ancora lunga, Donald Trump sembra avere tutte le carte in regola per ottenerla, grazie ad un supporto popolare in continua ascesa. Il barometro elettorale RealClearPolitics, che raccoglie e compara i sondaggi di diversi media atlantici, lo vede stabilmente in testa con oltre il 33% dei consensi tra gli elettori repubblicani, che, nonostante qualche oscillazione, continuano a preferirlo ad altri candidati come gli ispanici Ted Cruz (20%) e Marco Rubio (12%).
Da tempo una delle chiavi del successo di Trump è la sua massiccia presenza mediatica, rafforzata sia dalle sue dichiarazioni pubbliche – celebre ad esempio la sua proposta di costruire un muro tra USA e Messico per prevenire l’ingresso di criminali e stupratori – che dall’uso talora avventato dei social media, in primis Twitter. Sebbene molti gli abbiano da tempo consigliato di chiudere il suo account, infatti, il magnate americano non desiste dal postare ogni giorno sul suo profilo decine di aggiornamenti, che spaziano dalla propaganda elettorale ad attacchi ad personam contro i suoi sfidanti.
É sufficiente aprire il suo account in queste ultime settimane per verificarlo: in occasione dei caucus in Iowa, prima tappa delle primarie repubblicane, il profilo @realDonaldTrump è stato letteralmente invaso da una marea di tweet contro il maggior sfidante, Ted Cruz, che in questo Stato tallonava l’impreditore a pochi punti percentuali di distanza ed è infine riuscito, grazie ad un’efficace strategia di logoramento, a superarlo. Prima dell’appuntamento elettorale, comunque, Trump non aveva mancato di sottolineare più volte i legami del suo avversario con i “poteri forti” e le banche (Goldman Sachs in primis) e lo aveva accusato di non essere nemmeno eleggibile in quanto nato in Canada – sebbene Cruz abbia rinunciato alla cittadinanza canadese mesi fa e possa in ogni caso aspirare legittimamente alla Casa Bianca in quanto figlio di cittadini USA.
<img src="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/trump-300x50.jpg" alt="trump" title="" width="306" height="51"></a> Alcuni tweet di Trump su Ted Cruz. Photo credit: Twitter/Public Domain</p> <p lang="it-IT">Strategie di questo tipo, volte a discreditare l’avversario più che le sue idee, non sono nuove per l’imprenditore americano: qualche anno fa aveva condotto <a href="http://abcnews.go.com/Politics/donald-trumps-history-raising-birther-questions-president-obama/story?id=33861832">una simile crociata</a> contro Barack Obama, mettendone in dubbio le origini hawaiane. Il presidente aveva risposto dapprima rilasciando la versione estesa del suo certificato di nascita e poi, con un abile mossa mediatica, ridicolizzando il magnate durante l’annuale Cena dei corripondenti della Casa Bianca. In quell’occasione Obama aveva promesso di proiettare il video originale della sua nascita, salvo poi mandare in onda una clip de <i>Il Re Leone</i>, con ironico riferimento alla propria ascendenza africana. Inutile dire che l’<i>one-man-show</i> del presidente aveva suscitato grande ilarità nella platea, lasciando Trump senza parole.</p> <p lang="it-IT">Quel che è certo, in ogni caso, è che l’uso spregiudicato dei media e di Twitter in particolare ha consolidato la posizione di Trump come candidato controcorrente, permettendogli di raccogliere le simpatie di molti americani stanchi dell’ipocrisia della politica tradizionale. In un recente discorso alla Liberty University, il magnate <a href="http://www.realclearpolitics.com/video/2016/01/18/trump_i_was_total_establishment_now_im_the_worst_thing_that_ever_happened_to_the_establishment.html">ha apertamente dichiarato</a>: “Io ero parte dell’establishment, ora sono la cosa peggiore che sia mai capitata loro”, mostrando di saper cogliere la crescente insofferenza anti-casta che, dall’altra sponda dell’Atlantico, ha dato origine a formazioni quali il Movimento Cinque Stelle o Podemos.</p> <a href="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/trumpclinton.jpg"><img src="http://retroonline.it/wp-content/plugins/wp-images-lazy-loading/images/grey.gif" alt="trump" title="" width="250" height="300"></a><p><a href="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/trumpclinton.jpg"><figure class="hammy-responsive size-medium wp-image-68861" title="" data-media="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/trumpclinton-250x300.jpg"><noscript><img src="http://retroonline.it/wp-content/uploads/2016/02/trumpclinton-250x300.jpg" alt="trump" title="" width="250" height="300"></a> Il retweet di Trump su Hillary Clinton. Photo credi: Twitter / Public</p> <p lang="it-IT">L’account @realDonaldTrump si presenta dunque come un ottimo barometro di questa tendenza populista, riassunta nella formula elettorale “Make America Great Again”. Diversi analisti si sono a lungo interrogati sul perché sia in costante aumento il numero di supporters dell’imprenditore, a fronte di continue uscite infelici – memorabili il retweet di una squallida battuta su Hillary Clinton (a lato) o <a href="http://www.theguardian.com/us-news/video/2015/nov/26/donald-trump-appears-to-mock-disabled-reporter-video">l’imitazione di un reporter disabile</a> –e un numero imprecisato di dichiarazioni false, improbabili o semplicemente ridicole che hanno indotto il sito di fact-checking Politifact.com ad assegnargli il premio “Lie of the Year 2015″. Jack Shafer, su <a href="http://www.politico.com/magazine/story/2015/12/the-limits-of-the-fact-checker-213461">Politico</a>, ha motivato questa tendenza sostenenendo che i sostenitori di Trump non sono semplicemente interessati alla verità fattuale delle dichiarazioni del loro condidato. Il messaggio di Trump, per loro, “riguarda piuttosto una cultura condivisa che, nella sua essenza, esprime il sentimento del ‘tutti a casa’ “.</p> <p lang="it-IT">Citando il celebre saggio di E.G. Frankfurt <a href="http://www.csudh.edu/ccauthen/576f12/frankfurt__harry_-_on_bullshit.pdf"><i>On Bullshit</i></a>, Shafer sottolinea come Trump e molti altri politici USA non stiano realmente <em>mentendo</em> ma parlino invece a sproposito di ciò che non conoscono, spesso perchè sprovvisti delle competenze necessarie. Il giornalista suggerisce dunque di valutare le loro dichiarazioni non come menzogne, ma come <i>bullshit</i>, ossia esternazioni frutto di “un confuso sforzo di comunicare una presa di posizione che non ha la forza della verità”. A differenza del bugiardo, che mente pur sapendo la verità, il produttore di <i>bullshit</i> parla soltanto per impressionare il suo pubblico: i numerosi tweet di Trump sul tema di “Make America Great Again”, che spesso propongono soluzioni semplicistiche o semplicemente irrealizzabili a problemi contingenti, ne sono la prova.</p> <p lang="it-IT">La base elettorale di Trump sembra dunque nutrirsi più di simboli che di verità, e in questo senso Twitter si è dimostrato un formidable strumento di coesione. Gli improvvidi tweet del magnate, inoltre, non fanno che aumentare il suo peso mediatico, oscurando candidati meno appariscenti e più legati all’establishment come Jeb Bush. In questi casi gli inglesi parlerebbero di <i>hype</i>: Trump e la sua retorica sono ormai diventate più un fenomeno di costume che una proposta politica, diffondendosi anche in quella cultura popolare da cui peraltro il magnate proviene – in America è infatti celebre anche per la sua ultradecennale partecipazione al reality show <i>The Apprentice</i>, in qualità sia di conduttore che di giurato. I siti come <a href="http://www.faketrumptweet.com">questo</a>, dove produrre falsi tweet del magnate, sono dimostrazione lampante di quanto ormai sia labile il confine tra la realtà e l’imitazione, e spesso le numerose false dichiarazioni che gli vengono sovente attribuite rischiano d’essere superate dalle reali esternazioni di un “dilettante della politica” che su questa audace strategia mediatica sta costruendo la propria scalata alla Casa Bianca.</p> <span>Tags:</span><a href="http://retroonline.it/tag/america/" rel="tag">America</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/barack-obama/" rel="tag">barack obama</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/bullshit/" rel="tag">bullshit</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/candidatura/" rel="tag">candidatura</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/donald-trump/" rel="tag">Donald Trump</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/gaffe/" rel="tag">gaffe</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/gop/" rel="tag">gop</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/hillary-clinton/" rel="tag">Hillary Clinton</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/nomination/" rel="tag">nomination</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/presidente/" rel="tag">Presidente</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/repubblicani/" rel="tag">repubblicani</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/ted-cruz/" rel="tag">Ted Cruz</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/trump/" rel="tag">trump</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/tweet/" rel="tag">tweet</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/twitter/" rel="tag">twitter</a>,<a href="http://retroonline.it/tag/usa/" rel="tag">USA</a> <a href="http://retroonline.it/04/02/2016/sports/dream-team-nba-15-settimana/68893/"> <i></i> </a> <h3>Related Posts</h3> <a href="http://retroonline.it/category/blog/" rel="category" title="View all posts in Blog">Blog</a><a href="http://retroonline.it/category/news-from-earth/mondo/" rel="category" title="View all posts in Mondo">Mondo</a><a href="http://retroonline.it/category/primapagina/" rel="category" title="View all posts in Prima Pagina">Prima Pagina</a> <h4> <a href="http://retroonline.it/04/02/2016/news-from-earth/mondo/occhi-aperti-sulla-russia-invasione-36-ore-le-debolezze-di-nato-e-usa/68899/" rel="bookmark">Occhi aperti sulla Russia. 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