Gabriele Carugati, soldato italiano nel Donbass, intervistato da Conflittiestrategie qualche giorno fa, ieri ha postato una foto su Facebook di un proiettile “dedica” a R. Z.
Ovviamente, si è trattato di uno scherzo (discutibile quanto si vuole) rivolto alla giornalista Roberta Zunini, vera scocciatrice, come mi racconta qualcuno, che importuna la gente con centinaia di telefonate al fine di ottenere quello che vuole. Poiché, spessissimo, la Signora non cava un ragno dal buco (dato il suo atteggiamento, mi ridicono, arrogante, come, del resto, ho sperimentato io stesso dopo una discussione con lei, sempre su facebook e proseguita sui nostri blog) finisce per “vendicarsi” contro famigliari ed affini dei malcapitati imbastendo storie assurde. Lo ha fatto proprio con Carugati, tormentando la madre in Italia, la quale non c’entra proprio nulla con tutta questa storia. Oggi Travaglio, su Il Fatto Quotidiano, prende le difese della sua giornalista, tirando in mezzo Matteo Salvini e Putin. Come al solito, lo scorrettissimo Travaglio mescola pere e banane perché la logica non è il suo forte. Ma per farci capire anche da lui (ammettiamo che la cosa non è facile per noi) siamo disposti a scendere al suo misero livello. Poiché la Zunini gode a farsi ritrarre con nazisti ed estremisti di destra, come certificano le foto (oggi scomparse dal suo diario sul social network, a riprova della sua imprudenza), non è che Travaglio la protegge “a maggior gloria” del Führer e di quel suo originario istinto persecutorio che lo porta a vedere ovunque ladri, puttane e pericolosi delinquenti da sbattere irrimediabilmente in gattabuia? La Zunini è grande (solo in senso anagrafico) e potrebbe benissimo difendersi da sola, invece, costei ha chiesto aiuto al suo protettore (chi di papi ferisce di papi perisce, eh?) che non sa nulla delle sue, per noi scandalose, frequentazioni durante Majdan. Travaglio dovrebbe informarsi, cosa che non fa più da tempo, per evitare di esporsi a questa ed altre figure di palta.
Ps: Travaglio segui il drappo rossonero per arrivare al vero.