“Il destino imprevisto del mondo sta nel ricominciare il cammino per percorrerlo con la donna come soggetto.”
Ecco a voi una piccola ma grande frase, di una “tizia”: Carla Lonzi.
Carla Lonzi fu una scrittrice, una critica d’arte e soprattutto una femminista.
La sua voce infatti si fece sentire in un dei periodi più importanti per la donna, era il tempo in cui le donne scendevano in piazza a reclamare i loro diritti, era il periodo della contestazione e della ribellione del modello della donna subalterna e sottomessa al potere maschile.
Carla non puntava alla teorizzazione di una lotta contro il predominio maschile in quanto lei si rivolgeva verso la libera espressione di sé. Lei stessa si era resa conto, sperimentandolo sulla sua pelle, della situazione di subordinazione che caratterizzava il ruolo che la società imponeva(e ancora oggi impone) alla donna. Secondo la Lonzi la donna incarnava perfettamente la figura dello spettatore dell’opera d’arte il quale vive completamente dimentico di sé e delle proprie capacità creative. La donna, come lo spettatore, non ha la possibilità di proporre il proprio punto di vista e di fornire il proprio apporto creativo ma deve vivere nell’illusione del rapporto che le è fornita dall’uomo.
Teoria a mio parere tristemente attuale, non trovate? Basta guardare i vari programmi che il palinsesto televisivo ci propone, la donna è la velina, la valletta, la meteorina, la letterina e via dicendo… sono poche quelle che hanno “libertà di parola”; la maggior parte delle volte il conduttore è un uomo al quale viene affiancata una figura femminile che ha solo il diritto\dovere di tacere, essere bella ed ammiccante (ma non facciamo di tutta l’erba un fascio, vi sono anche programmi che non propongo tutto ciò), a dimostrazione della teoria che la donna è subalterna all’uomo.
Carla Lonzi afferma inoltre come la donna, ponendosi come soggetto, rifiuti il ruolo assoluto e autoritario che è svolto dall’uomo. Ogni valore costituito dalla società è stato sfruttato a discapito della donna la quale non ha la libertà di decidere ma viene inglobata dentro i vincoli sociali.
Qui trovate altre notizie che riguardano questa (a mio parere) grande donna che in periodo turbolento come quello in cui è vissuta lanciava dei messaggi attuali ancor oggi, messaggi quindi che ci arrivano dal passato, e che ancora oggi tramite continue lotte stiamo cercando di rendere reali: far diventare la donna un soggetto.
Carla fondò il gruppo Rivolta Femminile e un piccola casa editrice ad essa collegata, con la quale ha scritto e pubblicato due saggi, importante fu il Manifesto di Rivolta Femminile del 1970 il quale rappresentò l’atto costitutivo del gruppo, il manifesto contiene tutti gli argomenti di analisi che il femminismo avrebbe fatto propri quali ad esempio :
l’attestazione e l’orgoglio della differenza contro la rivendicazione dell’uguaglianza, il rifiuto della complementarietà delle donne in qualsiasi ambito della vita, il riconoscimento del lavoro delle donne come lavoro produttivo e non ultimo la centralità del corpo e la rivendicazione di una sessualità autonoma svincolata dalle richieste maschili.
Credo che parlare di una donna del genere sia doveroso, soprattutto in un blog come questo, inoltre conoscendo il contesto attuale in cui viviamo mi rendo conto che i problemi dei quali si lamentavano 40 anni fa sussistono (tristemente) ancora oggi.
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