"Donne". Fin dall'inizio, e per tutte le sue trecento pagine, il romanzo è la confessione esplicita, quasi ostentata, di una passione stregante: le donne per Bukowski sono un'attrazione costante, un bisogno che non conosce pause e che non si arresta neppure di fronte alle situazioni più disagevoli, o riprovevoli, o disgustose. No, la ricerca del narrante non si arresta di fronte a nulla, forse perché l'amore, e la lotta, tra i sessi è per lo scrittore americano il mezzo più sicuro per tenersi in rapporto con la realtà. In questo, che è il suo romanzo più esplicitamente erotico, Bukowski racconta con strepitosa immediatezza le sue - vere o immaginarie - avventure d'amore. Storie tumultuose, incontri sguaiati e grotteschi, memorabili o miserabili prodezze, dialoghi enormemente e quasi commoventemente sboccati, sullo sfondo di un'esistenza randagia, segnata da maratone alcoliche, gravata dalla continua e assillante ricerca di denaro, vissuta sempre e rigorosamente on the road
Un brano:
“Afferrai Lydia e ci scambiammo ilbacio più lungo della nostra storia. La inchiodai contro il lavandino e cominciai a strusciarle addosso l’uccello. Lei mi spinse via ma riuscii a riacchiapparla in mezzo alla cucina. Lydia mi prese la mano e se la spinse giù nei jeans dentro le mutandine. Con la punta del dito sentii la fica. Era bagnata. Continuai a baciarla e le spinsi il dito dentro la fica. Poi tirai fuori la mano, mi staccai da lei, presi la bottiglia e mi versai un altro bicchiere.”(p.16)
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