Quanto costerà la mimosa quest’anno che gelo e neve hanno messo ko? Ci piace riceverla, è un omaggio al nostro lavoro, al nostro amore, a tutto ciò che facciamo, un modo per ringraziarci di esistere. Vediamola così. Ci strappa un sorriso, la adoriamo, la infiliamo in un vasetto con un po’ d’acqua o la lasciamo seccare nella carta argentata sulla nostra scrivania a ricordo di qualcuno che si è ricordato di noi.
Eppure la mimosa è associata a un evento triste. Non fu un caso isolato, ce n’erano stati altri in precedenza e ce ne sarebbero stati ancora. A cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo il mondo stava cambiando a un ritmo vertiginoso e le condizioni lavorative nelle fabbriche erano pessime.Emmeline Pankhurst (1858-1928)
A New York nei primi giorni di marzo del 1908, le operaie di un cotonificio iniziarono a protestare e il proprietario chiuse a chiave le porte dello stabilimento impedendogli di uscire. Scoppiò un incendio e quelle donne morirono. Si narra che i loro feretri vennero accompagnati da rametti di mimosa raccolti da un albero che cresceva poco distante dal luogo della tragedia. In quel periodo, a Londra, si levava alta e chiara la voce di Emmeline Pankhurst. Di elevata estrazione sociale, la Pankhurst e suo marito lavorarono insieme per i diritti delle donne. Lui era avvocato e aveva 44 anni quando la sposò, appena ventenne. Emmeline promosse diversi gruppi, ma viene ricordata in particolare la Women’s Social and Political Union, che aveva come obiettivo l’estensione del suffragio alle donne. Se oggi volete incontrare la signora Pankhurst, a Londra, dovete recarvi ai Victoria Tower Gardens, vicino al Parlamento, in Abingdale Street, lì troverete la statua che le hanno dedicato. Della signora Pankhurst, delle sue azioni e delle suffragette ho riscontrato tracce in alcuni romanzi che ho letto.
Ne ho appena terminato uno che mi ha investito con l’irruenza di un treno in transito: Ma come fa a far tutto? di Allison Pearson, un romanzo di qualche anno fa, da cui è stato tratto un film che è uscito a settembre 2011 con Sarah Jessica Parker, Pierce Brosnan e Greg Kinnear. La trama: Kate Reddy lavora nella City e riveste una posizione di prestigio all’interno di un mondo prevalentemente maschile. Siamo agli inizi del ventunesimo secolo, Kate è sposata e ha due figli. Il lavoro assorbe tutte le sue energie e la sposta di qua e di là dell’Atlantico come se fosse una pallina da tennis. Il marito pretende attenzione, ma è di una pazienza che fatico a scambiare per vera. La baby sitter comanda, i figli sono dei piccoli tiranni che la fanno sentire costantemente in colpa per non esserci. Il resto cospira contro di lei, ma è lei che sente la pressione degli altri. Oppure no? Kate, costantemente sull’orlo di una crisi stratosferica, reagisce con spirito e intraprendenza. Fino alla fine. Trascinante e scoppiettante, è un romanzo divertente, fa ridere. Kate a un certo punto riflette sulla signora Pankhurst e la condizione delle donne oggi all’alba del giorno dopo le pari opportunità: “Emmeline Pankhurst non diceva qualcosa sulle donne che devono smettere di essere una classe al servizio degli uomini? Bé, ci abbiamo provato, cara Emmeline, ce l’abbiamo messa tutta. Adesso le donne fanno gli stessi lavori degli uomini, e li fanno altrettanto bene, solo che non riescono a togliersi dalla testa una serie di pensieri che non le lascia mai in pace. Ma perché siamo finite a lavorare in un luogo tanto ostile alle donne? Perché la nostra unica consolazione viene dall’approvazione maschile. Che tristezza! Che desolazione!” Lo stesso romanzo ci ricorda una simpatica suffragetta immaginaria, la signora Banks, la mamma di Jane e Michael, i bambini affidati alla baby sitter che chiunque vorrebbe: Mary Poppins. Kate Reddy guarda la cassetta con la figlia e vede la signora Banks, di ritorno da una manifestazione, che marcia nella grande casa cantando: Lacci e catene noi spezzerem e tutte unite combatterem… Al che Emily, la figlia di Kate, domanda alla madre chi sono le su frangette e Kate le risponde che erano donne che circa cento anni fa scesero a manifestare nelle strade di Londra. Protestavano e si incatenavano ai cancelli per convincere la gente che anche le donne avevano diritto di voto, dice. E nella sua foga di migliorare il mondo per le donne, la signora Banks trascurava allegramente i propri figli. Quello che accade a Kate.
Lo stesso avviene in un romanzo di Tracy Chevalier, dove Kitty Coleman è troppo presa da se stessa e dal mondo che cambia da trascurare le conseguenze annunciate e impreviste. Il romanzo è Quando cadono gli angeli. Una delle protagoniste, Kitty Coleman, si unisce al coro di protesta e si ritrova in prima linea nel giugno del 1908 a sfilare a Hyde Park.L’amata regina Vittoria è morta, per le strade appaiono le automobili, nelle case arriva l’elettricità, un secolo è finito e ne inizia uno nuovo, pieno di novità e spiacevoli sorprese a venire. Il romanzo della Chevalier è uno spaccato di quell’epoca, tratteggiata con maestria attraverso le vicende personali dei protagonisti.
Scende in strada anche Clara Driscoll, Una ragazza da Tiffany, realmente vissuta. Susan Vreeland, l’autrice del romanzo, ha letto la corrispondenza della Driscoll e in questo modo è riuscita a ripercorrere la sua appagante esperienza presso l’atelier di Louis Comfort Tiffany, le cui celeberrime lampade e vetrate si devono in parte a lei, alla signorina Driscoll. Agli albori del novecento New York è in pieno fermento, è già moderna, attiva, vivace. Clara disegna quelle meravigliose lampade con amore e sostiene le ragazze che lavorano con lei, ognuna con i loro problemi, i loro sogni. E’ una giovane dinamica, intraprendente, che vive e si mantiene da sola. Anche Clara porta le sue ragazze in strada, gli insegna a lottare e ad aprire gli occhi, a farsi spazio in un mondo esclusivamente dominato dagli uomini. Non vuole che diventino Wonder Woman (classe 1941, non esisteva ancora) o la regina delle amazzoni, semplicemente desidera che possano esprimersi, diventare chi sono, realizzarsi.Mission Impossible? Facciamo rispondere a Kate Reddy, che vuole restare in pista, non perdersi i figli in crescita, l’amore di suo marito, trovare del tempo per sé, allungare la giornata come se fosse un elastico, mantenere le promesse...
BUONA FESTA A TUTTE!
PER QUESTO 8 MARZO VI SEGNALIAMO UN'INIZIATIVA PIU' CHE MERITORIA IDEATA DALLA NOSTRA AMATA 'QUEEN' MARIANGELA CAMOCARDI UNITAMENTE A EMMA BOOKS.
SI TRATTA DI UN RACCONTO BREVE SCRITTO DA MARIANGELA, IN VENDITA A SOLI 1,99 EURO, IL CUI RICAVATO SARA' INTERAMENTE DEVOLUTO ALL'ASSOCIAZIONE DOPPIA DIFESA (www.doppiadifesa.it) CHE COME SAPETE SI BATTE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE.
LA STORIA
Siamo a Stresa, nel 1897. Clelia è una giovane donna forte e indipendente con un doloroso passato alle spalle. L’incontro in circostanze drammatiche con l’affascinante Pietro e l’amore per le luci e i colori del cafè chantant Venus le regaleranno di nuovo il coraggio di sognare. Attraverso gli occhi innocenti e incantati di Clelia, in Insegnami a sognare filtra e rivive l'incanto di un'epoca che è stata e rimane una parentesi indimenticabile della nostra storia.Presentazione dI Mariangela Camocardi:
Lo spirito di sacrificio, la capacità di donarsi anche a discapito di sé, le rinunce fatte per amore, le prove affrontate con coraggio e accompagnate da un sorriso, sono il frutto di un antico retaggio insito nel DNA femminile. Come invisibili stigmate impresse da secoli di soprusi, le donne tuttora vengono fatte oggetto di stupri e sopraffazioni che una società moderna e civile non deve e non può tollerare. Molte denunciano, ma tante, troppe, tacciono.È a tale scopo che dedico il mio racconto a chiunque viva un simile dramma sulla propria pelle, con rassegnata impotenza, senza trovare la forza di ribellarsi. Un silenzio che stride e che dovrebbe invece turbare le coscienze di chi continua ad abusarne con crudeltà e cinismo. Facciamo in modo che si ponga fine a qualunque tipo di violenza rivolta alle donne, contribuendo con la nostra solidarietà. Chi ancora subisce stupri e altre angherie ha bisogno di tutto il nostro aiuto.
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