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Donne, l’altra meta’ del… FLOSS

Creato il 16 febbraio 2011 da Idl3

Il mondo del software libero e’ un insieme di contributi volontari provenienti da persone diverse, che uniscono le loro conoscenze e le loro competenze per creare e portare avanti un’idea, un progetto, una cultura. Eppure in questo mondo dove le differenze sono un valore e una ricchezza le donne sono una piccolissima minoranza. Capire le cause di questo problema e cercare di porvi rimedio e’ una grande sfida che il mondo del FLOSS non puo’ permettersi di eludere.

Donne, l’altra meta’ del… FLOSS

Stamattina ho letto un articolo interessante dal titolo “Can Free, Open-Source Software Bridge the Gender Gap in Technology?“. Leggendo l’articolo mi son ricordato che nel Settembre 2010 a Perugia si e’ tenuto l’Italian Debian/Ubuntu Community Conference 2010 (DUCC-IT ’10) durante il quale si e’ discusso anche del tema “Il ruolo delle donne nel Software Libero in Italia” (qui trovate le slide e il video del dibattito).

Donne, l’altra meta’ del… FLOSS
Questa presentazione e la discussione che ne e’ seguita hanno dato vita due mesi dopo (Novembre 2010) al progetto Donne @softwareLibero (qui potete leggere il comunicato), ospitato dall’Assoli. Si tratta di “un punto di incontro privilegiato per le donne impegnate nel software libero“, un luogo di confronto e dibattito che ha lo scopodi incoraggiare la partecipazione femminile al mondo del free software in Italia, dando una piu’ ampia visibilita’ a chi gia’ se ne occupa, favorendo incontri e discussioni sul tema, anche attraverso la creazione di un team di speaker femminili in grado di presentare i diversi progetti, condividendo esperienze e conoscenza“.

Questo tema e’ molto vasto e complesso, con cause profonde comuni al problema della discriminazione di genere nel mondo del lavoro ed altre piu’ strettamente legate al mondo del FLOSS.

Donne, l’altra meta’ del… FLOSS
UGUAGLIANZA E PARITA’ – Riguardo il problema della discriminazione femminile nel mondo del lavoro, occorre dire che non e’ ad esclusivo appannaggio del settore dell’IT, inoltre vi sono Paesi in cui la situazione e’ piu’ grave che in altri (Italia), e altri nei quali il problema e’ quasi completamente risolto (Paesi nordici). E’ una questione di mentalita’, di cultura, o meglio arretratezza culturale, di pregiudizi e discriminazioni (non solo degli uomini verso le donne, ma anche delle stesse donne verso altre donne).

Sempre di piu’ e con sempre piu’ forza e determinazione le donne si danno da fare per dimostrare di essere come gli uomini, arrivando in molti casi a rinunciare a pensare in modo femminile, e rinunciando alla loro femminilita’, il tutto per non essere discriminate. Questo tentativo di uniformarsi alla maggioranza maschile porta alla perdita del valore della diversita’. Eppure nonostante tutti questi loro sforzi, i risultati sono pochi. Nel mondo del lavoro le donne si scontrano con una forte ed ostinata resistenza, con un pregiudizio e una discriminazione che, anche se meno marcati, ancora esistono.

Anche dove si e’ arrivati all’uguaglianza (stessi diritti e doveri degli uomini) puo’ mancare la parita’ e quindi puo’ esserci ancora discriminazione. Possono sembrare due concetti simili, ma esiste una sottile ma profonda differenza tra uguaglianza e parita’, se a parita’ di mansione e di altre condizioni do agli uomini e alle donne la stessa paga c’e’ uguaglianza, ma se non do alle donne la stessa possibilita’ di avanzare di carriera o non assumo donne per ricoprire posizioni avanzate non c’e’ parita’.

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IL PROBLEMA – Torno pero’ sul workshopIl ruolo delle donne nel Software Libero in Italia“, la presentazione vedeva la collaborazione tra Debian Women e l’Ubuntu Women, due progetti che all’interno delle due diverse comunita’ hanno il medesimo obiettivo, quello di incoraggiare le donne a contribuire attivamente a Debian/Ubuntu. Avevo visto il video del dibattito vari mesi fa, ed e’ stato interessante.

Il problema e’ questo, mentre nel mondo del software proprietario il contributo femminile, la presenza delle donne, e’ pari al 28 percento del totale (si parla del 2004-2005, ora dovrebbe essere diminuita a causa della crisi del settore), nel mondo del FLOSS e’ attorno all’1,5 percento. Capite bene che esiste un’enorme problema di sotto-rappresentazione delle donne. I dati vengono da uno studio del 2006 commissionato dall’Unione Europea e reperibile sul sito del Free/Libre/Open Source Software: Policy Support.

Occorre una premessa, il 28 percento nel software privato e’ anche dovuto al fatto che nelle societa’ vigono le regole e le leggi del mercato del lavoro. In certi Paesi ad esempio esistono incentivi all’assunzione di personale femminile, vi sono una serie di leggi che tutelano la donna nel suo ambiente di lavoro e ne vietano la discriminazione. Regole e leggi non presenti per il contributo volontario al FLOSS, e la loro assenza per la donna puo’ costituire un ulteriore deterrente all’ingresso in un mondo a stragrande maggioranza maschile. Inoltre l’1,5 percento nel software libero e open source, e’ influenzato dal fatto che vi sono imprese private che forniscono una parte degli sviluppatori di software open source, e dunque quella gia’ bassissima percentuale se dovessimo togliere la quota proveniente da imprese private che contribuiscono al FLOSS sarebbe ancora piu’ piccola.

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LE CAUSE – Nel rapporto del FLOSSPOLSGender: Integrated Report of Findings” [scarica il PDF 284KB] vengono ricercate le cause dell’enorme differenza tra la presenza delle donne nel software proprietario (28 percento) e nel software libero e open source (1,5 percento). Viene rilevato innanzitutto che la maggioranza (il 66 percento degli uomini e l’85 percento delle donne) di chi contribuisce al FLOSS ritiene che sarebbe un vantaggio per il FLOSS stesso una maggior presenza femminile. La stessa filosofia dietro il software libero (e l’open source) e’ quella del merito, dell’inclusione e della collaborazione e della valorizzazione delle individualita’, anche e soprattutto in quanto diversita’. Eppure le dinamiche sociali interne sono fortemente nelle mani degli uomini.

Se puo’ risultare relativamente semplice individuare il problema (magari piu’ difficile far riconoscere a tutti che si tratta di un problema e come tale va risolto) risulta molto piu’ complesso individuarne le cause, sia quelle che hanno portato alla nascita del problema, sia quelle che ne impediscono una naturale soluzione.

La causa principale e’ il numero inferiore di donne rispetto agli uomini con conoscenze informatiche, conseguenza di un sistema culturale ed educativo esterno al FLOSS, relativo invece al contesto socio-culturale per il quale nelle nostre societa’ si tende a spingere fin da piccoli i bambini verso materie tecnico-scientifiche e le bambine verso materie linguistico-letterarie. Dunque anche l’approccio con l’informatica (quando avviene) nelle donne e’ generalmente piu’ tardivo rispetto agli uomini.

Nel caso del FLOSS vi e’ un ulteriore con-causa socio-culturale, data della mancanza di parita’ di trattamento e di responsabilita’ tra donne e uomini, tra mogli e mariti, tra madri e padri. Il tempo disponibile, da dedicare al FLOSS, e’ maggiore per un uomo che finito il suo lavoro non ha nulla da fare, piuttosto che per una donna che deve pensare alla casa, ai figli e al marito impegnato nel FLOSS. Anche nel caso in cui una donna dovesse decidere di impiegare il poco tempo disponibile che le rimane per il FLOSS, sarebbe impossibilitata ad occuparsi della scrittura di codice che notoriamente richiede un tempo e un impegno di gran lunga maggiori rispetto a quelli richiesti da traduzioni, scrittura di documentazioni, ecc. ed e’ dunque a questi ultimi che la volontaria sara’ “costretta” a dedicarsi.

Esistono anche delle cause interne al FLOSS che purtroppo contribuiscono ad aggravare il problema. Dal discorso sulle cause socio-culturali di prima potreste pensare che siano le donne a non essere interessate al FLOSS, in realta’ invece, spesso le donne sono attivamente (anche se in molti casi inconsapevolmente) escluse, e queste azioni generalmente non vengono interpretate da chi le compie come ostili verso le donne.

Donne, l’altra meta’ del… FLOSS
Solitamente le donne vengono percepite come estranee al mondo della tecnologia informatica in generale e della cultura del FLOSS in particolare, e dello sviluppo del software libero e open source nello specifico. Vi e’ una visione stereotipata del genere femminile che vede le donne come portate per fare altre cose, ad esempio l’organizzazione e la comunicazione. Compiti comunicativi e organizzativi diversi da quelli tecnici, percepiti invece come prerogativa degli uomini. In un mondo dove la scrittura del codice ha un valore enorme rispetto alla scrittura di documentazione, traduzioni, grafica, ecc. ecco che a chi si occupa di queste altre cose viene dato meno peso e meno importanza. Quando una donna entra in questo mondo a prevalenza maschile e in cui e’ diffusa la convinzione stereotipata delle donne viste come estranee a quel mondo, ecco che possono attivarsi due opposti comportamenti. Da un lato l’eccessiva attenzione (morbosa) e dall’altro l’eccessiva ostilita’ (flame), entrambi violenti verso la donna che li subisce.

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SOLUZIONI – Avere una percezione stereotipata delle donne porta a una visione della duale diversita’ di genere come negativa, sottrattiva, esclusiva. “Le donne non sanno usare i computer, non sanno programmare, sanno fare bene solo altre cose, ci fanno perdere tempo, ecc.“. Occorre ribaltare questa visione e imparare a percepire questa diversita’ (come tutte le diversita’ del resto) come positiva, aggiuntiva, inclusiva. Il FLOSS non puo’ fare a meno della sua meta’, non puo’ rinunciare al prezioso contributo delle donne, deve inglobare le differenze individuali e di genere per creare un plusvalore. Occorre vedere le differenze come qualcosa di positivo, che porta un valore aggiunto in ogni campo, non solo nella comunicazione e nell’organizzazione (dove continuiamo a ripeterci che le donne sono piu’ portate), ma anche nella scrittura del codice (dove siamo convinti che non siano portate).

Avvicinare una ragazza/donna ad un mondo ancora a prevalenza maschile e’ difficile, e’ piu’ facile se le poche donne che fanno gia’ parte di questo mondo creano una sotto struttura (a maggioranza femminile), piu’ accogliente ed invitante per le altre donne, in modo da attirare quelle interessate a collaborare col FLOSS. Ed e’ qui che attraverso il mentoring e’ possibile accompagnare, proteggere e insegnare in un ambiente non ostile. Molti progetti hanno cominciato questo cammino ad esempio Debian Women ha un programma di mentoring, cosi’ come Ubuntu Women ha il suo. La percentuale di donne che contribuiscono a Debian e’ all’incirca dell’1,8 percento, in Ubuntu e’ del 2,5 percento ed entrambi i progetti hanno un gran bisogno di far avvicinare quante piu’ donne possibili alle due distribuzioni, sia in qualita’ di utenti, sia di chi contribuisce. Esistono anche altre iniziative, gruppi e progetti a maggioranza femminile nati per accogliere altre donne interessate a collaborare ma che, per vari motivi, non si avvicinerebbero al FLOSS da sole e dalla porta principale [1].

Questi gruppi si stanno rivelando preziosissimi, in alcuni casi la risposta e’ veramente straordinaria, forniscono una porta di ingresso piu’ accogliente e accompagnano le nuove arrivate. Bisogna chiedersi se questi gruppi siano piu’ accoglienti perche’ a maggioranza femminile o semplicemente perche’ non sono dei gruppi elitari ma sono pensati per accogliere.

La costituzione di un gruppo quale quello di Debian Women (e Ubuntu Women) e il progetto di mentoring e’ un primo passo molto importante, a cui ovviamente devono seguirne altri. Incoraggiare la presenza delle donne, dare la giusta considerazione e importanza a quelle che ci sono gia’, dare rilievo e considerazione anche ai contributi finora considerati minori, non discriminare le donne ne’ tra chi contribuisce ne’ tra gli utenti. Avere contatti con progetti in cui le donne non siano una esigua minoranza. Guardare con attenzione a Paesi in cui esiste un alto numero di donne coinvolte nel progetto, capire come e’ stato possibile e prenderli ad esempio.

Occorre fare anche dei passi che richiedono la collaborazione tra i diversi progetti e le diverse comunita’ dal FLOSS, perche’ sono passi troppo grandi da fare da soli. Si possono ad esempio finanziare dei corsi di formazione o delle borse di studio per sole donne, anche in giovane o giovanissima eta’, per far si’ che si avvicinino prima all’informatica. Proprio per questi motivi la FSF ha avviato un’importante iniziativa che si chiama Women’s Caucus.

[1] Ad esempio la Girl Geek Dinners (GGD), un’associazione di donne geek che organizza eventi per lo scambio e la promozione di contenuti relativi a tecnologia, informatica e nuovi media, coniugati al femminile. Esiste anche Girl Geek Dinners Roma e proprio venerdi’ 18 febbraio 2011 organizza un evento a Roma. []


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