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Donne, motori e stereotipi

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Negli ultimi anni i comuni cavalcando l’onda dell’opinione pubblica che non sopporta più la diffusione di messaggi stereotipati e lesivi sopratutto alla dignità femminile, stanno mostrando una certa attenzione (o almeno ci provano) sui temi delle pari opportunità e più in particolare sull’immagine femminile.

Ad Arezzo, il consigliere regionale Sel, Marco Tulli  dopo aver scoperto l’ennesima pubblicità sessista di un motoraduno, afferma che  “Il pieno riconoscimento delle pari opportunità di donne e uomini nella vita sociale, culturale, economica e politica, inizia innanzitutto dal superamento di stereotipi legati al genere ed ai ruoli, dal momento che questi transitano nelle relazioni sociali e professionali generando profondi squilibri”, analizza lo stereotipo maschilista che associa da anni il corpo femminile ai motori.

“Tra gli stereotipi più classici c’è quello ‘Donne e Motori’, laddove la donna viene ridotta a semplice accessorio di un telaio meccanico desiderabile ed utilizzabile dal maschio per esprimere la sua piena potenza sessuale.  Affiancare una moto ad un corpo di donna, significa che quel corpo deve essere pronto per l’utilizzo, che quel corpo non è più una donna, con i suoi pensieri ed i suoi valori, ma un pezzo di carne che, come una moto, non deve parlare, ma fare il suo dovere: servire e divertire”.

Con queste parole si scaglia contro il ”Motorocchio” e sopratutto perchè tra le attività proposte c’è il Lavaggio Sexy e la sfilata delle “Coyotine Italiane” una specie di Velina dei motori.

Tulli spera che l’assessore delle pari opportunità e il sindaco di Arezzo accolga la “MORATORIA CITTADINA DELLE PUBBLICITA’ LESIVE DELLA DIGNITA’ DELLA DONNA”, da lui presentata e che sapranno prendere immediati provvedimenti affinché vengano coperti questi cartelloni pubblicitari sessisti e affinché il Comune non contribuisca più, in alcun modo, a veicolare messaggi stereotipati lesivi della dignità di genere.

Per quanto rigurda i motori ho visto in televisione un’ ennesima schifosissima pubblicità sessista della “Fiat Panda my life” che malgrado si fosse scusato per la pubblicità con Chiambretti, ora ne tira fuori un’altra ancora più sessista con Luca e Paolo dove ancora una volta la dignità femminile viene svilita, paragonando le donne alle auto o meglio alle offerte, tutte mute e avvenenti con due comici (che prima apprezzavo) che si sono prestati a recitare un ruolo così sessista girando attorno alle “prede”.

Mi piacerebbe sapere se l’avete vista, così la segnialiamo allo Iap.

Mary



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