Donne, (ri)date dignita' al mondo

Creato il 08 marzo 2011 da Alessandro @AleTrasforini
In un'Italia decadente, l'urlo di tantissimi "Se non ora, quando?" colora i giorni e riprova a dare peso specifico ad un Paese distrutto. Così come è impossibile trovare fiducia in una politica dissestata, al tempo stesso è possibile muovere un messaggio intriso di speranza in una giornata che, anche retoricamente, deve essere diversa dalle altre.
Combattendo il vento della quotidiana mediocrità, si scopre che a dover essere riabilitata in queste giornate è anche la figura del maschio.
In una società corrotta da un'ottica machista e maschilista che si è, per troppo tempo, mossa indisturbata, trovano posto statistiche prepotentemente capaci di sbatterci in faccia certe crude verità che spesso facciamo finta di non sapere:
  • 60,1% dei laureati italiani sono donne, capaci di terminare in corso i loro studi a dispetto di maschi eccessivamente ritardatari;
  • 48,6% il tasso di inattività delle donne italiane, avvalorato da un 10% di disoccupazione femminile persistente;
  • un misero 20% dei manager con potenzialità dirigenziali sono donne;
  • tasso di occupazione per le donne senza figli, in fascia 25-64 anni, è pari al 63,9% (media UE 75,8%).
Al di là di ovvie e troppo facili strumentalizzazioni politiche, è essenziale dare qualche segno forte prima dell'inevitabile abisso. Cosa sarebbe successo se le donne avessero avuto più influenza e possibilità nel mondo?
Sarebbe cambiato qualcosa più rapidamente? Staremmo forse un pò meglio di come stiamo ora?
Esisterebbe il detto "si stava meglio quando si stava peggio" o potremmo dire "scopriremo di stare ancora meglio guardando avanti"?
Le donne, nonostante ogni pronostico, sono sempre pronte a combattere contro quel vento di mediocrità sopra descritto. L'uomo pensa a fare la guerra, a laurearsi in ritardo od a denunciare prostituzione di cui egli stesso è spesso parte integrante.
Se il sistema è malato terminale, forse è per larga parte colpa nostra. Nonostante tutto, le donne rimangono vicino a noi per reclamare spazio. Non hanno bisogno di voci, in quanto ne possiedono moltissime e bellissime.
Il mondo andrà forse meglio quando vedremo una "Festa dell'uomo" sostituirsi alle troppe "Feste della donna" celebrate e ritualizzate senza alcun gesto concreto? Grazie alle sole celebrazioni, l'Italia è disastrata dal punto di vista dell'emancipazione femminile, qualora ci sia ancora bisogno al 2011 di invocare l'assoluta necessità di "Pari Opportunità":
  • 87esimo posto nel mondo per la partecipazione al lavoro retribuito;
  • 121esimi per quanto riguarda forme di eguaglianza retributiva;
  • 97simo per la presenza n posti di responsabilità amministrativa e di comando;
  • 74esimo nel trattamento generale delle donne.
Il report tratto dal World Economic Forum è impietoso, anche nelle sentenze:
"L’Italia continua a essere una delle nazioni peggio classificate e la sua situazione si è deteriorata negli ultimi due anni."
Se esiste un problema, nel reale la teoria filosofica della causa incausata non tiene.
Se esiste una soluzione, quel rimedio va cercato in fretta.
Sullo sfondo si rischia di pagare un prezzo troppo preciso: lo sfascio totale del mondo da consegnare a chi verrà dopo di noi. Psiconani e deliranti politici a parte, è sempre l'ora migliore per ribadire la necessità di migliorare questo tremendo status quo. Affidarsi di più alle donne, può essere una delle soluzioni migliori per provare a raddrizzare il timone.
Dopotutto, ci sarà un perchè se rimangono ancora qui vicino a noi ad urlare, ad implorare più spazio, rispetto e considerazione. Se è vero che "dietro ad ogni uomo c'è sempre una grande donna", è ingegneristicamente e filosoficamente corretto affermare che "dietro ad ogni umanità maschile c'è sempre una grande umanità femminile."
All'uomo servirebbero convinzioni per riconoscere sbagli colossali commessi, consapevolezze per riequilibrarsi in mezzo a questo vento di mediocrità così opprimente.
Per tutto il tempo che rimane, assieme a corpi bellissimi con menti sublimi per resistere.
Per tornare al mondo migliore, decorandolo ancora d'amore vero: "[...] proprio per questo gli uomini rispettosi, quelli che trattano le donne come loro stessi vorrebbero essere trattati, devono farsi sentire senza sosta per non essere confusi con gli altri: quelli che ancora non si sono resi conto nè delle dimensioni del loro crimine, nè di quanto diventano sporchi nell'ignorare che le donne non sono cose e hanno pienezza di diritti: [...] uguali davanti alla legge, uguali nei diritti e nei doveri, tanto in casa quanto nel lavoro e nel governo comune della società. [...]"
(frammento dalla lettera di Pilar Del Rio Saramago, moglie del defunto scrittore Josè Saramago)
Deliri di un folle? A costoro sia riportata la frase seguente:
"Tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parti in causa." (Immanuel Kant)
Firmato, un giudice-parte in causa.
(Il più parziale possibile, nds)

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