La regione nord del Mali abitata in maggioranza da Imazigh, o Tuareg come siamo abituati a definirli in Occidente, ha tentato con le armi e con i principi del MNLA, Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad, di affrancarsi dal governo centrale di Bamako.
Sconfitto l’esercito maliano, il MNLA ha dichiarato il 6 aprile 2012 la nascita dello stato indipendente dell’Azawad, secondo questi principi http://www.mnlamov.net/component/content/article/169-declaration-dindependance-de-lazawad.html
-riconoscimento dei confini esistenti con gli Stati confinanti e l’inviolabilità;
– piena adesione alla Carta delle Nazioni Unite;
– Il fermo impegno a creare le condizioni per una pace duratura, avviare le fondamenta istituzionali dello Stato sulla base di una costituzione democratica per l’indipendenza Azawad.
L’appello alla comunità internazionale non ha ricevuto riscontro.
Le formazioni islamiste si sono inserite con prepotenza, rigettando la richiesta d’indipendenza e dichiarandosi a favore dell’integrità di uno stato del Mali basato sulla legge della sharia.
Ovviamente una richiesta senza possibilità di diventare reale nonostante il caos in cui è piombato il paese dopo il colpo di stato militare del 22 marzo, che ha condotto alla sospensione della Costituzione, alla revoca delle elezioni, all’intromissione dei paesi limitrofi che preparano un intervento militare in tutto il territorio.
Ci si chiede oggi: Il Mali sarà un nuovo Afghanistan?
Solo una tattica per indebolire il MNLA che, per porre fine agli scontri, il 26 maggio, è addivenuto ad un compromesso.
Un accordo fra MNLA, movimento laico e secessionista, e milizia Ansar Dine, componente integralista vicina ad AlQaeda, dichiara la nascita dello Stato “indipendente” e “islamico” dell’Azawad.
Un passo indietro di entrambi i movimenti, tattica dilatoria per non far piombare la regione in un bagno di sangue. Ma i compromessi di vertice raramente trovano consenziente la base. Poteva piacere alla generalità degli abitanti dell’Azawad un emirato islamico che sconfessa l’Islam tradizionalmente praticato secondo un’apertura spirituale aliena dal dogmatismo? Evidentemente NO.
LE DONNE TUAREG DELL’AZAWAD NON ACCETTANO COMPROMESSI RELIGIOSI
La prima ribellione è avvenuta da parte delle donne. Si sono riunite e hanno manifestato il 5 e il 6 giugno contro uno stato basato sulla sharia secondo la visione degli integralisti. Uno stato dove già le donne che continuano a non coprirsi con il velo vengono dai miliziani islamisti molestate e insultate.
Le manifestazioni sono state disperse, ma non in modo pacifico. E’ avvenuta una drammatica infrazione del tradizionale rispetto fra i sessi abituale fra i Tuareg e si è ulteriormente approfondita la frattura in seno al popolo, fra laici e integralisti .
Da http://toumastpress.com/actualites/actualite/730-kidal-premiere-fois-histoire-femmes-battues.html
Per la prima volta nella nostra storia, degli uomini Tuareg : degli oscurantisti arruolati nella milizia di d’Ansar Adine, hanno picchiato e ferito donne Tuareg in pieno giorno nel centro di Kidal. La reazione del MNLA ha certamente limitato questa crimine, ma non lo ha impedito.
Sconcerto per l’avvenimento. Sconforto per la reazione moderata del MNLA fino a pochi giorni prima tenacemente laico. I capi tribali anziani si sono schierati con le richieste delle donne.
C’è chi osserva che questa manifestazione delle donne e i fatti che ne sono seguiti comporteranno un indebolimento degli integralisti di Ansar Dine. E’ ciò che dobbiamo augurarci.
LA MARCIA DELLE DONNE DELL’AZAWAD
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GLI ARTICOLI SUL COLPO DI STATO IN MALI, I TUAREG E LA LOTTA PER L’INDIPENDENZA DELL’AZAWAD
QUI http://mcc43.wordpress.com/tag/tuareg/
Bibliografia in continuo aggiornamento dai media qui : http://www.searcheeze.com/p/mcc43/azawad-una-nuova-nazione-une-nouvelle-nation-a-new-nation