Mostri fuori e dentro di noi. L’immaginario e il surreale, il pensiero e la realtà, la facciata e la verità. Donnine curate, glamour, romantiche come i fidanzatini di Peynet, si fanno strada nel mondo dell’arte. Un po’ mistero, un po’ manequinn, un po’ cartone animato stile Candy Candy, la donna di Daria Piromalli è il volto pensante della post modernità.
Con “Mostri sopra le nostre teste”, si inaugura alla Tag Art Shop Gallery di Reggio Calabria, la prima personale della reggina Daria Piromalli, fuggita dal mare dello Stretto per rifugiarsi al Naba (Nuova Accademia delle Belle Arti) di Milano, dove oggi vive e lavora. Con soli venticinque anni sulle spalle, Daria stessa appare come l’immagine in carne ed ossa delle sue donnine virtuali; non ancora donna, non più bambina. Sono così anche le sue illustrazioni, cariche di una femminilità fresca e ancora acerba, lontana dal modello offerto dai media contemporanei. Alla donna tutta curve, Daria offre l’idea di una donna piena di squisita femminilità, rilanciata dai particolari alla moda o dai grandi occhi languidi, che la dicono tutta sul carattere femminile. Oltre, ci sono i mille pensieri reconditi che da sempre, le donne si portano dietro come eredità; fin dalla nascita un groviglio di responsabilità, di atteggiamenti da reiterare senza far trapelare nulla. Ecco i mostri sospesi sulle nostre teste col taglio alla moda, pronti ad essere annaffiati da angosce e dall’onere di essere donna, per sé e per gli altri.
Daria Piromalli si laurea nel 2008 in Graphic Design and Art Direction, cominciando subito una collaborazione con la rivista White Sposa. Il suo amore assoluto per le illustrazioni si coniuga con naturalezza al settore della moda; il disegno rielaborato con segno digitale, l’aiuta a sfigurare la realtà in un tocco sofisticato e di personale creatività. Attualmente collabora al nuovo marchio donna/bambino/accessori della Fiorucci, “Love therapy”.
Daria Piromalli scova la vera donna del nuovo millennio; non più solo sogni, ma l’emancipazione velata dalla delicatezza femminile. Un modo inconsueto di spiegare la propria visione del mondo; «oggi viene proposto un modello di donna “volgare” – spiega – che non mi rappresenta; io invece, propongo immagini più vicine e a me, anche se dietro l’immagine carina della donna, si nascondono quei mostri con cui è abituata a convivere». Il taglio artistico adottato da Daria Piromalli, dunque, supera la superficialità dei nostri tempi, che avvicinano la donna ad una virago o ad una bellona senza intendimento. Chi l’ha detto che bisogna rinunciare alla propria indole ? La femminilità è una cosa che ci appartiene, sembra dire nelle sue illustrazioni l’artista reggina, ma questo non vuol dire che non abbiamo una psiche. Le contemporanee Betty Bopp della Piromalli, continuano ad essere l’altra metà della luna; un mondo a parte dove pullulano le proprie creature mitiche, fantasmini o esseri orribili o irrimediabili folletti del pensiero, spine della fantasia e fiori anomali, si abbeverano e crescono all’ombra dell’essere femminile e della sua secolare storia di donna. E’ un modo leggero per esporre la complessità del quotidiano, una leggerezza di cui abbiamo bisogno e che Daria Piromalli esprime benissimo, attenuando la gravezza anche attraverso colori nitidi, tonalità dell’azzurro e del verde, molto più simili ad una primavera dell’anima che all’inferno delle incombenze!
La mostra ha aperto i battenti il 25 agosto con cinque prove d’autore e alcune stampe; resterà aperta sino al 5 settembre, nella speranza che anche Reggio Calabria si apra all’odierna evoluzione dell’arte.