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Doping, 26 atleti azzurri a processo

Creato il 03 dicembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

La Procura Antidoping della Nado-Italia ha chiesto 2 anni di squalifica per eluso controllo a 26 sportivi italiani

Sono 26 i nomi emersi grazie all’operazione “Olimpia”, avviata dalla Procura della Repubblica di Bolzano circa un anno fa. Per questi atleti sono previsti due anni di squalifica per elusione di controlli. Un duro colpo, soprattutto se si pensa che c’è un alto rischio di non poter partecipare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro che si terranno nell’agosto 2016.

doping

Photo credit: albarinm / Foter.com / CC BY-SA

“Olimpia”, l’indagine condotta dai Nas-Ros dei carabinieri di Trento, è cominciata nel 2014. Grazie a questa operazione sono usciti i nomi di 65 atleti italiani che non hanno rispettato le regole sulla comunicazione di spostamento. E’ stato Tammaro Maiello a guidare il lavoro della Procura Antidoping a Roma. Per 39 sportivi è stata chiesta l’archiviazione, per i restanti 26 due anni di squalifica. Sono stati violati gli articoli 2.3, elusione del controllo, e 2.4, mancata reperibilità, del Codice Sportivo Antidoping. Norme necessarie a consentire lo svolgimento dei controlli.

I nomi dei 26 sportivi sono i seguenti: Filippo Campioli, Simone Collio, Claudio Licciardello, Daniele Meucci, Roberto Bertolini, Migidio Bourifa, Roberto Donati, Fabrizio Donato, Giuseppe Gibilisco, Daniele Greco, Giovanni Faloci, Matteo Galvan, Andrew Howe, Anna Incerti, Andrea Lalli, Stefano La Rosa, Christian Obrist, Ruggero Pertile, Jacques Riparelli, Silvia Salis, Fabrizio Schembri, Daniele Secci,  Gianluca Tamberi, Marco Francesco Vistalli, Silvia Weissteiner e Kaddour Slimani.

Gli atleti elencati non sono ancora sospesi: è necessario aspettare il processo del Tribunale antidoping dei Coni, che si svolgerà probabilmente a gennaio. Gli sportivi che risulteranno positivi saranno esclusi dai Giochi di Rio 2016.

In futuro, gli spostamenti degli atleti saranno monitorati grazie al sistema digitale “Whereabout”. Fino a poco fa, il documento era cartaceo perchè Adams, la versione telematica, usata dal resto del mondo e adottata dalla Wada, era ritenuta irrispettosa della privacy. Fortunatamente, dal 1° gennaio 2015 anche in Italia si è deciso di usare il “Whereabout” digitale: in questo modo, ogni giorno è possibile controllare sistematicamente gli atleti. Dopo tre controlli saltati si arriverà al processo.

Silvia Salis, una delle atlete sospettate di doping, specialista nel lancio del martello, accusa proprio questo sistema: “Non vengo accusata di doping – spiega – ma di problemi di ricezione della reperibilità per il sistema “Whereabout”, che aveva sicuramente falle tecniche. In tutti i miei anni di carriera mi sono sempre battuta contro il doping, anche con diverse campagne di sensibilizzazione”.

Per adesso, non resta che aspettare la decisione del Tribunale Nazionale Antidoping.

E.S.

Tags:atletica,doping,Italia,nazionale,sport,whereabout

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