Il sughetto al tonno era già pronto e l’acqua quasi bollente. Mentre aspettavo la Mirè ho acceso la tv dopo due giorni di astinenza volevo sentire un Tg, di quelli buoni, perchè io non guardo il Tg1, Tg2, Studio aperto e così via. Guardo il Tg3.
C’era un servizio da Parigi non molto allegro, pare che la disoccupazione in Francia abbia raggiunto livelli mai conosciuti e c’è una viva preoccupazione, quasi come da noi.
Il mio primo pensiero è andato al dramma di quelle famiglie, i giovani, le donne, senza lavoro, quelli di una certa età che si trovano senza lavoro e senza mercato, per non parlare delle prospettive.
Mentre riflettevo sulla crisi che sconvolge l’Europa, quasi tutta, ho preso la botta finale, la giornalista stava spiegando il dramma di Sarkozy che ha appena avuto una figlia e della sua preoccupazione di rimanere disoccupato tre due anni.
Perchè, tra due anni, in Francia si vota e pare che Sarkozy non sia messo molto bene, questa storia dei disoccupati in aumento gli gioca contro e, non bastasse, i sondaggi lo danno al minimo storico non ricordo se la 36% di gradimento o, addirittura, al 26%.
Quello che è certo è che c’è di mezzo un 6 come seconda cifra, e che Sarkozy sta vivendo la faccenda come un dramma, una tragedia, rischia di non essere rieletto.
Il primo pensiero è andato ai francesi nel senso che mi sono augurato che non siano come gli italiani i quali, ogni volta che c’è una crisi, svoltano a destra, i francesi se seguissero il nostro esempio, finirebbero con la figlia di La Pen, l’amica di Borghezio.
Ora che il popolo, quando gira male, si affidi a chi lo ha ridotto così nella speranza che lo tiri fuori dai guai è da masochisti, che punti sull’uomo forte è da dementi, tutti sappiamo che l’uomo forte è forte con i deboli e debole con i potenti.
Basta dare un occhio a come si muove Monti.
Ma quello che più mi ha fatto impressione è che un dramma che tocca quasi tre milioni di persone, in carne, ossa e sentimenti, sia tutto sommato passato in secondo piano rispetto al dramma individuale di una testa di cazzo, appena diventato padre, che vive nel terrore, nell’ansia, spero depressiva, perchè tra 24 mesi ci sono le elezioni e rischia di non essere rieletto.
Insomma potrebbe, dico potrebbe perchè il male non lo si augura a nessuno, rimanere disoccupato anche lui come milioni di francesi.
Non vorrei che nel 2013, se non ho sbagliato i conti, non sia costretto per sopravvivere a mandare Carlà nella metropolitana di Parigi a cantare le sue melodie con la chitarra nella speranza che qualcuno le metta qualche centesimo nel piattino appoggiato per terra.
Auspico che i parigini ed i turisti che affolleranno Parigi, se tra due anni avranno avanzato qualche euro, siano di buon cuore e lascino qualche centesimo a quella sfigata che canta le nenie con un filo di voce.
Mica per altro, non avendo mai lavorato in vita sua o guadagna qualcosina schitarrando in metropolitana o sono rovinati.
Povero Sarkozy che rischia la disoccupazione.
Pare che i disoccupati francesi, che hanno una certa cultura, si siano passati la voce, vogliano andare in massa davanti all’Eliseo per cantare sotto alle finestre del presidente Ho visto un re!
In modo particolare la strofa che recita:
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!
Ci penserà Carlà a tradurla all’amato, sono certo che gradirà.