Chi ha votato per Berlusconi e il suo seguito di pregiudicati avrà voluto tutelare interessi e ideali, sarà stato in buona fede, tuttavia il tempo dovrebbe aiutare i singoli elettori, le loro coscienze, a riflettere. Anche la condanna di Dell’Utri è diventata definitiva, anche se è molto strano che il concorso esterno si sia fermato nel ’92. C’è la sentenza ma non convince del tutto (clicca su il fatto quotidiano, ultima riga). Altri protagonisti degli anni fortunati, per lui, di Berlusconi sono stati condannati, come Cesare Previti. I casi sono troppi. La continuità con la criminalità organizzata, che emerge dalle sentenze, merita attente considerazioni, misurate, alimentate dalla conoscenza possibile degli argomenti.
Una parte degli elettori del centrodestra è stata in buona fede, non sopportando gli obiettivi e il modo di fare della sinistra di governo, che ha fallito clamorosamente e vergognosamente.
L’esasperato scontro politico ha distrutto o minacciato la coesione sociale, ha diviso le persone, spezzato persino i luoghi comuni, il buon senso diffuso, l’idem sentire che dovrebbe unire, almeno ogni tanto, una popolazione.
Ci dev’essere un modo diverso per uscire da questi anni che non sia fatto di anatemi e maledizioni. C’è e parte dalle associazioni, dai gruppi spontanei, dai comitati che si sono battuti per scopi determinati (referendum sull’acqua, tutela dell’ambiente…) tuttavia mirando a un interesse generale, universale e con conoscenze specifiche suo caso di cui si sono occupati, anche quando si trattava di salvaguardare anche solo la frazione di un Comune. C’è chi si è battuto per giuste cause e andrà avanti.
I partiti e la politica in genere possono capire ma non condividere appieno il messaggio dato da quei cittadini attivi e impegnati, perché lo Stato non è più lo stesso. Non è stato sociale e neanche democrazia. Il governo Renzi non può cambiare strada: lo si vede dalle leggi che sta producendo.