Dopo la fuga, notturna, dal Cadore Bossi ha avuto il suo giorno di gloria a Schio, provincia di Vicenza. Grazie alle quote latte.

E’ un periodo un po’ così per l’Umberto, nonostante l’impegno della padania, inteso come giornale, per la base leghista è suonata la sveglia della realtà, come l’ha chiamata il capo supremo sostenuto da Calderoli e dalla badante.
I leghisti, non tutti ma è già qualcosa, si rendono conto delle fandonie che raccontano da decenni i loro leader, del prezzo pagato alla legalità ed all’economia il sostenere il bandito a capo del governo al quale davano del mafioso.
Mentre in padania sbraita a Roma la lega ingoia e la base è inquieta, contesta persino il capo supremo, storico ed eterno, come dicono gli studenti leghisti dell’Università Cattolica di Milano.
Temevano contestazioni pure a Schio, nonostante il caldo l’atmosfera intorno all’iniziativa era un po’ freddina, la presenza non era garantita e si temeva una presenza scarsa anche se come brodino di rinforzo era prevista la presenza di Zaia.
Dice il Giornale di Vicenza che gli applausi sono stati un po’ freddi, di cortesia, solo per Zaia i cori sono stati calorosi ed alla solita invocazione: padania! del boss i militanti invece di rispondere libera hanno risposto Veneto.
Se non altro non ha dovuto scappare, in canottiera, come dal Cadore.
Riporto dal Giornale di Vicenza il resoconto sulle presenze, tenete presente che quando si Muove Umberto Bossi per i leghisti è come quando si muove il Papa per i papaboys, è tutto organizzato, preservativi e pullman compresi.
I preservativi sono un riferimento al giubileo dell’ anno santo  2000 festeggiato a Roma, nel campeggio al Campo Massimo, allestito per i giovani, ne hanno trovati a migliaia quelli che hanno ripulito la zona dopo la festa. E sappiamo come la pensa il Papa sul preservativo.
Ecco come riporta la cronaca delle presenze il Giornale di Vicenza:
Schio. È un momento un po’ così per i leghisti. Quelli di Schio, per esempio, non contestano il nume tutelare, Umberto Bossi, come qualcuno aveva temuto. E sono pure in parecchi: col rinforzo dei Milk warriors, ovvero dei “fuorilegge” delle quote latte, arrivano a duemila, più o meno.
Vedete che farci pagare le multe sulle quote latte a noi, che non abbiamo mucche, qualche risultato lo porta.
Gli allevatori, padano-leghisti, mungono le mucche e rubano sulle quote latte i loro capi mungono la lupa romana e rubano poltrone ed appalti.