Ieri, al termine delle lezioni del sabato, la ‘povna è passata in sala professori, ha messo via i registri, ha salutato i colleghi, ai quali ha augurato il suo rituale “buon weekend”, ed è volata giù per le scale, consapevole.
Nell’atrio la aspettava una figura familiare.
“Buon giorno, Calvin”.
“Eccomi, prof., siamo pronti!”.
“E le tue donne?”.
“Aspettano già in macchina”.
Così la ‘povna si è avviata insieme a lui, come se fosse ovvio. In auto ha salutato il Piccolo Elfo, e una Little Red-Haired Girl che le doveva essere presentata già da tempo e, a passo di marcia pacato, ma costante, si sono diretti alla piccola città.
A casa della ‘povna li aspettava una tavola, apparecchiata con anticipo, e un menu, scelto con cura e cucinato con impegno; i ragazzi avevano portato, buonissima, una torta (fatta dalle mani abili del Piccolo Elfo), e c’erano anche un libro di maturità e uno spumante da stappare.
Quello che si sono detti, in questo lungo pomeriggio che è trascolorato, piano piano, nel crepuscolo, è vincolante e terribilmente serio, ma in realtà non ha importanza – perché appartiene a quelle trame di spiriti affini che raccontare non è degno, e resta poi soltanto loro. La ‘povna si è ritrovata a parlare con il suo capitano dell’Onda, a rievocare pezzi di storia con il Piccolo Elfo (la cui memoria scolastica, come la trama dei Maculati, che partì bene, e poi fu sgarrupata e imprevedibile, è assai meno lineare e serena di quella del fratello). In comune, lei e lui, hanno gli occhi chiari, lo sguardo acuto, l’educazione insieme affettuosa e inappuntabile della loro Weasley famiglia: e la ‘povna si è chiesta, una volta di più, come si fa a restare senza uno di loro a scuola. Red-Haired Girl, timida, ma non troppo, ha partecipato all’amarcord per quello che sapeva, e si è inserita con puntuale intelligenza. Poi, quando il discorso è scivolato, piano piano, sul piano della consapevolezza civica, ha condiviso con la ‘povna il regalo delle sue idee originali e aperte. Hanno parlato, tutti insieme, di omofobia, di aborto, educazione all’affettività scolastica e legame di cittadinanza – con una ovvietà di temi e di vedute che sarebbe impensabile con la maggior parte degli adulti. Ed è stato allora, mentre Red-Haired descriveva la sua frustrazione quando, in terza media, durante un’ora di educazione sessuale, una domanda interessante e legittima fu ripresa come provocatoria dall’ennesima insegnante bigotta, che la ‘povna ha sentito, forte come non mai, il senso del legame che la lega a certi ex-alunni, che poi diventano solo cittadini, e questo è bello. E ha capito i motivi che la hanno spinta, nonostante (o forse proprio a causa del)l’incontro con insegnanti e compagni come quelli di Red-Haired, quando era lei, studente, a scegliere di rimanere a scuola.
post scriptum eccentrico, di lettura e di servizio: venerdì, mentre la ‘povna si affannava tra mille impegni che l’hanno portata a pronunciare la parola “riposo” solo all’alba della mezzanotte del sabato, il suo amico BibCan inaugurava il suo nuovo blog, questo. La ‘povna aveva promesso che ne avrebbe parlato, il giorno dell’inaugurazione, qui su Slumberland. Non ce l’ha fatta, per colpa del Bianconiglio, ma ci tiene a rimediare adesso. Invitando chi ha voglia a farsi un giro in questo nuovo spazio, perché il talento di BibCan nel raccontare è di provata abilità, e non tradisce. E l’argomento di cui ha scelto di parlare, pure.