Dopo le pensioni, il prossimo 23 giugno la Consulta potrebbe sbloccare stipendi e contratti

Creato il 09 maggio 2015 da Lavoratore Del Pubblico Impiego Blog @illavoratore

Il 23 giugno prossimo, si riunisce la Corte Costituzione con all'ordine del giorno il rinvio alla pronuncia domandato dal Tribunale di Roma su ricorso delle OOSS per i mancati rinnovi contrattuali del pubblico impiego e lo sblocco degli stipendi individuali fermi da troppo tempo. In materia la Corte Costituzione si è già espressa nel 2013 con la Sentenza 310 giudicando legittimi sia il congelamento delle dinamiche salariali, sia il blocco della contrattazione collettiva giustificati dalla crisi che ha investito le finanze pubbliche. Lasciano però ben sperare la particolare congiuntura favorevole della giurisprudenza Costituzionale che ha visto di recente la restituzione ai pensionati dei tagli all'indicizzazione del costo della vita, come formulato dal Governo Monti nel 2011, ed il carattere strutturale che vanno assumendo col trascorrere del tempo i blocchi ai rinnovi dei contratti di lavoro e degli stipendi che dovevano avere necessariamente un carattere temporaneo come invece sentenziava la Corte. Restrizioni che hanno determinato una perdita di valore delle retribuzioni nel pubblico impiego calcolata intorno ai 12 miliardi di euro che la Consulta potrebbe decidere di sanare analogamente a quanto già sentenziato per i pensionati perché le misure di austerità diventate oramai sistematiche nel tempo, finiscono per assumere un carattere punitivo che va a colpire direttamente il tenore di vita dei lavoratori in violazione del principio Costituzionale all'equa retribuzione salariale che deve bastare al sostegno ed al decoro della famiglia. Sarebbe ora che con l'aiuto della Corte Costituzionale, si affondasse il coltello nel grasso rancido della spesa parassitaria non escludendo la chiusura definitiva delle tante, troppe società partecipate dispensatrici di stipendi al mercato elettorale del voto di scambio e si restituisse il maltolto a quanti in silenzio garantiscono l'erogazione di servizi essenziali ai cittadini. E' venuto il tempo di parlarci con franchezza e senza infingimenti! (fonte)


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