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Doppio giallo in dvd con Klaus Kinski e il giovane ispettore Derrick

Creato il 10 maggio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Finché esisterà Sinister Film, pare che non saranno poche le occasioni per parlare della filmografia del prolifico cineasta tedesco Alfred Vohrer, considerando che la label continua il lodevole lavoro di riscoperta su supporto dvd italiano dei suoi lungometraggi; a cominciare dai titoli derivati dalle pagine del celebre scrittore Edgar Wallace.
Infatti, dopo Il fantasma di Londra (1967), Il teschio di Londra (1968) e L’uomo dall’occhio di vetro (1969), a rivivere su disco digitale è L’artiglio blu (1967), a quanto pare poi rimaneggiato dal Samuel M. Sherman regista dello zombie movie La vendetta dei morti viventi (1986) e coinvolto nella produzione di diversi film diretti dal trasher Al Adamson, da Blood of ghastly horror (1967) a Cinderella 2000 (1977).
Con galleria fotografica nella sezione extra e momenti in lingua originale sottotitolati in italiano, oltre ottanta minuti di visione volti a porre il carismatico Klaus Kinski nei panni di Dave, che, tra i figli di un ricco lord, viene arrestato per l’omicidio del giardiniere di famiglia, internato in manicomio e dichiarato insano di mente a seguito di una perizia psichiatrica. Fino al momento in cui, aiutato da uno sconosciuto, riesce ad evadere ed a rifugiarsi nell’antico castello di famiglia; dove Scotland Yard arriva immediatamente a scovarlo, se non fosse non esita a depistarli spacciandosi per il fratello gemello Richard.
Mentre non manca un’uccisione con serpente ed altri figli del lord finiscono eliminati da un misterioso assassino dall’artiglio blu che, se da un lato spinge a pensare che possa esservi un’influenza da Sei donne per l’assassino (1964) di Mario Bava, dall’altro lascia tranquillamente pensare che ci troviamo dinanzi ad una delle tante figure anticipatrici del nightmariano Freddy Krueger.

7 giorni di terrore

E non si tratta dell’unica riscoperta vohreriana targata Sinister, perché ad approdare nel mercato dell’home video digitale tricolore è anche 7 giorni di terrore (1969), nel quale il compianto Horst Tappert (presente anche nel succitato L’uomo dall’occhio di vetro) porta sullo schermo un ispettore non poco vicino al Derrick che lo avrebbe poi reso noto al grande pubblico televisivo.
Ispettore impegnato ad indagare in un collegio della Germania sulle morti – avvenute nell’arco di sette giorni – di un professore, un industriale e suo figlio, alunno dell’istituto.
Quindi, con la fonte letteraria di partenza stavolta rappresentata da Paul Hendriks, un giallo d’ambientazione giovanilistica in cui tutti sono insospettabili; dagli insegnanti ai custodi, al direttore degli alunni più grandi, che, insieme al ragazzo ucciso, frequentavano lo stesso losco giro.
Oltretutto infarcito di un pizzico di ironia e di ingredienti abbastanza audaci per l’epoca della sua realizzazione, tra l’abbondante topless di una stripper, peni in bella vista e linguaggio sboccato da parte degli studenti.
Man mano che si giunge all’inaspettato epilogo di un elaborato qui corredato di trailer originale quale contenuto speciale.

Francesco Lomuscio



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