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La trama (con parole mie): siamo all'inizio degli anni novanta, e Collette, membro dell'IRA come i suoi fratelli che vide morire proprio il più giovane di loro apparentemente per mano inglese nel cuore dei settanta, viene catturata dall'MI5 a seguito di un attentato che non ha avuto il coraggio di portare a compimento.Una volta confrontatasi con Mac, agente dei servizi segreti britannici, la donna si convince a collaborare in modo da preservare la vita ed il futuro del figlio, imbarcandosi in una missione da informatrice che dovrebbe portare a smascherare i vertici più giovani e bellicosi dell'organizzazione, contrari all'accordo di cessate il fuoco che pare in procinto di essere siglato con gli stessi inglesi.Il suo compito, però, sarà più difficile del previsto, e la donna dovrà sopportare attacchi provenienti dall'interno così come dall'esterno: Collette, infatti, non è l'unica talpa al soldo del nemico.
Evidentemente dev'essere il periodo dei film fondamentalmente mediocri: tolte, infatti, un paio di piacevoli sorprese come Spring breakers e The Lone Ranger, nell'ultimo mese abbondante le novità in sala si sono spesso e volentieri rivelate ben al di sotto delle aspettative, pur se non abbastanza agghiaccianti da stuzzicare bottigliate o recensioni particolarmente pungenti.Non è da meno Shadow dancer - riproposto dai nostri distributori con l'agghiacciante e scontatissimo titolo Doppio gioco -, passato in numerosi Festival dello scorso anno e pubblicizzato neanche fosse una sorta di versione aggiornata di titoli decisamente più interessanti come Hunger o Bloody sunday: onestamente, ammetto che l'idea dell'ennesima pellicola fuori tempo massimo legata alla drammatica guerra che insanguinò Irlanda del Nord ed Inghilterra fino a neppure troppi anni or sono non mi stuzzicava per nulla, considerato che il tema è già stato più che sfruttato dalla settima arte e non rappresenta, allo stato attuale, un territorio particolarmente florido per un regista che abbia voglia di raccontare una storia di un certo impatto.Se, a questo, si aggiungono un'atmosfera soporifera degna de La talpa dissipata soltanto da un finale interessante - ma un paio di minuti non compensano certo un'ora e mezza di visione - ed un approccio simile a quello che, di recente, mi ha visto bollare come assolutamente anonimo, dimenticabile e mediocre Blood, la frittata è fatta.Certo, non parliamo di un titolo completamente da buttare, di quelli in grado di stuzzicare la furia e l'incazzatura o realizzati senza alcun criterio - del resto James Marsh, che dovrebbe dedicarsi solo ed esclusivamente al documentario, è autore di due chicche come Man on wire e Project Nim -, eppure a questo Shadow dancer manca il piglio giusto perfino nei momenti che dovrebbero in qualche modo far sobbalzare lo spettatore sulla poltrona a causa dell'insostenibile tensione, che si traduce al massimo in uno sguardo torvo dell'imbolsito Clive Owen o in un apparente momento di crisi della riluttante infiltrata reclutata dallo stesso.Del resto, quando nel corso della prima mezzora di un film di novanta minuti o poco più non si conclude nulla se non un confronto inconcludente - ed anche in questo caso torna prepotentemente alla carica il dialogo decisamente più efficace che è il fulcro del succitato Hunger - tra i due protagonisti, il sospetto di trovarsi di fronte ad un fuoco di paglia comincia a concretizzarsi, e a poco servono il twist a proposito dell'identità della seconda talpa ed un finale tutto sommato cattivo ed inaspettato a risollevare le sorti di una pellicola nata, sviluppata e cresciuta nell'anonimato, neanche fosse una "gola profonda" al lavoro per non essere in alcun caso ed in nessun modo scoperta.La cosa più interessante ed utile per non essere colti da attacchi di sonno nel corso della visione resta l'attenzione per le inquadrature di Marsh affiancata dal cast, senza dubbio eterogeneo: andiamo dalla vecchia conoscenza del piccolo schermo Gillian Anderson a Domnhall Gleeson, figlio del ben più noto Brendan, per finire con Aidan Gillen, noto agli appassionati di Game of thrones come Ditocorto.Ma è certo poca cosa per un titolo che prometteva di essere uno degli esperimenti d'autore più interessanti dell'estate.
MrFord
"I don't know
I don't know which side I'm on
I don't know my right from left
or my right from wrong
say I'm a fool
you say I'm not for you
but if I'm a fool for you
oh, that's something
two hearts beat as one
two hearts beat as one."U2 - "Two hearts beat as one" -
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