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Doppio Sogno: Tra Schnitzler e Kubrick

Creato il 22 settembre 2012 da Alessandro Manzetti @amanzetti
  Doppio Sogno: Tra Schnitzler e Kubrick       A volte capita che un libro riesca a essere trasformato in immagini dal cinema, senza perdere il suo fascino, la sua atmosfera, il suo messaggio. Solitamente si rimane delusi dalle trasposizioni cinematografiche di grandi libri, ma la novella Doppio Sogno di Arthur Schnitzler (Traumnovelle, 1926) interpretata da Stanley Kubrick nel film Eyes Wide Shut (1999)  per me rappresenta una felice eccezione. Ho letto diverse opere di Schnitzler (1862-1931), tra le quali, oltre Doppio Sogno: Sottotenente Gustl (1900), La Signorina Else (1924), Gioco all'Alba (1927) Fuga dalle tenebre (1931). Schnitzler è il cantore del fondo oscuro della psiche, l'architetto di monologhi interiori e dialoghi talmente luminosi che fanno scuola ancora oggi, uno dei migliori alchimisti che ho letto in grado di trasformare il lettore in un componente, un meccanismo delle sue fatalità e delle sue ossessioni, del destino di stoffa "universale" che fa svolgere nelle sue storie, tra le pieghe e gli angoli dell'amore, dell'erotismo, della splendida incertezza dei sogni, del delirio, della decadenza e della morte. I valori individuali e culturali nelle opere di Schnitzler vengono sottoposti a una sorta di macchina della verità dalle potentissime ventose, alle quali è impossibile sfuggire.   

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